Nuovi intervalli di riferimento per i test degli enzimi lisosomiali
Stabilire intervalli di riferimento affidabili migliora la diagnosi dei disturbi da accumulo lisosomiale.
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Indice
I Disturbi da accumulo lisosomiale (LSD) sono un gruppo di malattie genetiche. Succedono quando certe sostanze, tipo grassi e zuccheri, si accumulano nelle cellule del corpo perché il lisosoma, che fa parte della cellula, non riesce a scomporle correttamente. La maggior parte di questi disturbi si trasmette dai genitori ai figli con un modello autosomico recessivo. Questo significa che entrambi i genitori devono portare il gene perché il loro bambino venga colpito. Ci sono però delle eccezioni, come la malattia di Fabry e la malattia di Hunter, che sono legate a difetti sul cromosoma X.
Anche se ogni LSD è raro di suo, insieme hanno un impatto significativo. È importante considerarli quando si diagnosticano malattie genetiche curabili. Alcuni LSD sono più comuni in popolazioni specifiche. Ad esempio, la malattia di Tay-Sachs, che è un tipo di LSD neuronopatico, è più frequente tra gli ebrei ashkenaziti, le comunità Amish e alcuni gruppi francofoni in Canada e Louisiana.
Riconoscere questi disturbi è fondamentale per chi ne è colpito e le loro famiglie. Permette loro di ricevere consulenza genetica e prendere decisioni informate sulla possibilità di avere figli. Tuttavia, l'obiettivo principale della diagnosi di questi disturbi è accedere ai possibili trattamenti. I trattamenti possono rientrare in due categorie: quelli che riducono l'accumulo di sostanze dannose o quelli che sostituiscono gli enzimi mancanti. La sostituzione enzimatica è il trattamento più comune e può includere procedure come i trapianti di cellule staminali o infusioni di enzimi sintetici. La ricerca su nuovi trattamenti, tra cui la terapia genica e le terapie con piccole molecole, è in corso.
Il Ruolo dei Test di Laboratorio
Da più di 30 anni, un laboratorio conduce test per controllare l'attività degli enzimi legati agli LSD. Questi test misurano i livelli specifici di enzimi nelle cellule del sangue e nel plasma. Anche se vari fattori possono influenzare l'attività enzimatica, risultati anomali possono essere ulteriormente indagati testando le cellule della pelle o analizzando le sostanze nelle urine e nel plasma. Questi test aiutano a individuare precocemente gli LSD neuronopatici, anche prima che compaiano sintomi tipici.
Nonostante i progressi nei test genetici, i test sugli enzimi rimangono preziosi per la diagnosi. Monitorare come i pazienti rispondono al trattamento può anche includere il controllo dei livelli enzimatici, insieme ad altri marker di attività nel corpo.
Il laboratorio attualmente tiene traccia di 17 diversi enzimi lisosomali, usando vari Metodi di test. Tuttavia, gli Intervalli di Riferimento usati per questi livelli enzimatici non sono stati stabiliti chiaramente. Questa mancanza di chiarezza può influenzare il modo in cui i risultati vengono interpretati, rendendo necessario sviluppare intervalli di riferimento affidabili.
Stabilire Intervalli di Riferimento
Per creare migliori intervalli di riferimento per l'attività enzimatica, è stata applicata una linea guida professionale chiamata Gerarchia di Stoccolma. Questa linea guida fornisce un quadro per determinare la qualità dei risultati analitici, suggerendo che i dati provenienti da studi sugli esiti clinici sono più affidabili rispetto ai dati dei pazienti. Tuttavia, tali studi sugli esiti non sono sempre disponibili.
Quando si stabiliscono gli intervalli di riferimento, spesso si usa una popolazione sana come standard. Tuttavia, utilizzare dati da una popolazione simile a quella colpita dalla malattia può fornire intervalli di riferimento più pertinenti.
Un altro metodo prevede l'estrazione di dati di laboratorio esistenti per determinare gli intervalli di riferimento. Questo è spesso chiamato Data Mining ed è utile per analizzare test costosi o complicati.
Determinare gli intervalli di riferimento richiede anche di considerare come i risultati possano variare in base all'età o al genere. Se le differenze di età o genere nei risultati non vengono prese in considerazione, possono sorgere fraintendimenti.
Raccolta e Analisi dei Dati
Tra il 1985 e il 2013, il laboratorio ha ricevuto migliaia di richieste per test sugli enzimi. Qualsiasi campione ripetuto, campioni da pazienti noti affetti o quelli con carenze specifiche note sono stati esclusi dall'analisi. I dati sono stati esaminati sotto una deroga del comitato di revisione istituzionale, che ha permesso il loro uso per l'assicurazione della qualità, in particolare per sviluppare intervalli di riferimento.
Metodi di Test e Misurazione
I saggi enzimatici per il pannello di screening includono test per enzimi associati a diverse malattie. Sono stati impiegati metodi specifici, come analisi fluorometriche e spettrofotometriche, per misurare l'attività enzimatica. Per alcuni enzimi, sono stati sviluppati substrati speciali internamente per garantire test accurati.
Ad esempio, i test per la beta-galattocerebrosidasi e la beta-glucocerebrosidasi prevedono l'uso di substrati etichettati radioattivamente per misurare quanto efficacemente l'enzima converte il suo substrato in prodotto.
Calcolo degli Intervalli di Riferimento
Gli intervalli di riferimento sono stati calcolati utilizzando software statistico, seguendo linee guida stabilite. Sono stati determinati gli intervalli di confidenza al 95% per l'attività enzimatica normale, il che significa che questi intervalli rappresentano l'ampiezza in cui rientrano i livelli enzimatici della maggior parte degli individui sani.
I gruppi sono stati analizzati in base a età e genere, anche se non sono state trovate differenze significative nei livelli enzimatici. Pertanto, un singolo intervallo di riferimento per ogni enzima è stato ritenuto sufficiente per tutti i pazienti.
L'Importanza degli Intervalli di Riferimento
Stabilire intervalli di riferimento è vitale per interpretare correttamente i risultati dei test. Questo è particolarmente importante per i test enzimatici che non vengono eseguiti comunemente e che possono essere costosi o laboriosi.
Gli intervalli di riferimento stabiliti sono ora basati su un gruppo di individui non affetti analizzati dal laboratorio, assicurandone l'affidabilità. Questi nuovi intervalli sostituiscono quelli obsoleti, rendendo superflue le comparazioni con dati storici. Inoltre, i nuovi intervalli rispettano gli standard internazionali stabiliti dalle linee guida ISO.
Gli intervalli di riferimento sviluppati si basano su un'analisi accurata di una vasta popolazione, inclusi uomini, donne e bambini di varie età. Questa analisi ha dimostrato che un singolo set di intervalli di riferimento è appropriato per i test effettuati.
Conclusione
In conclusione, l'istituzione di intervalli di riferimento per i saggi enzimatici lisosomali è un passo significativo per migliorare la diagnosi e il trattamento dei disturbi da accumulo lisosomiale. Questo processo implica comprendere i metodi di test, analizzare i dati da una popolazione ampia e garantire che i valori di riferimento siano pertinenti e affidabili. Con questi nuovi intervalli, i clinici possono prendere decisioni più informate, portando a una valutazione e gestione più efficace dei pazienti sospettati di avere questi rari disturbi genetici.
Titolo: Lysosomal Enzyme activity: Establishing Reference Intervals from Patient Data
Estratto: ObjectivesTo develop reference intervals for leukocyte lysosomal enzymology. DesignStandards-based establishment of reference intervals by analysis of 7851 for 17 assays of 15 lysosomal enzymes in leukocyte and plasma (January 1985 through September 2013). MethodsReference intervals were calculated using MedCalc for Windows version 12.5 (MedCalc Software, Ostend, Belgium), according to the Clinical and Laboratory Standards Institute C-28A protocol (CSLI-C28A). Results and ConclusionEvidence based reference intervals are presented in tabular form for seventeen assays of fifteen lysosomal enzymes.
Autori: Dylan A Mordaunt, S. Stark, M. Fietz, J. Fletcher, M. Metz
Ultimo aggiornamento: 2024-04-15 00:00:00
Lingua: English
URL di origine: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2024.04.11.24303575
Fonte PDF: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2024.04.11.24303575.full.pdf
Licenza: https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
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