SSRI e Long COVID: Una Nuova Prospettiva
Uno studio suggerisce che gli SSRI potrebbero ridurre il rischio di Long COVID nei pazienti con depressione.
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Indice
Il COVID-19 può avere effetti seri a lungo termine, spesso chiamati Long COVID. Tanta gente che ha avuto casi lievi di COVID-19 continua a soffrire di sintomi che colpiscono varie parti del corpo. Negli Stati Uniti, si pensa che milioni di adulti vivano con questi sintomi persistenti, conosciuti come sequel post-acuti di COVID-19 (PASC). Nonostante circa il 10% delle persone con COVID-19 sviluppi Long COVID, sappiamo ancora poco su come trattarlo o prevenirlo.
I Sintomi e le Cause del Long COVID
Il Long COVID può includere una vasta gamma di sintomi che possono variare da persona a persona. Alcuni ricercatori pensano che vari processi biologici possano portare a questi sintomi. Questi includono:
- Una carica virale persistente da COVID-19.
- Infiammazione continua nel corpo.
- Problemi con le piastrine e la coagulazione del sangue.
- Questioni nel sistema nervoso centrale.
Recentemente, alcuni studi hanno suggerito che bassi livelli di Serotonina potrebbero giocare un ruolo in tutti questi sintomi. La serotonina è una sostanza chimica nel cervello che influisce sull'umore e sulle funzioni cognitive. Alcune ricerche mostrano che il COVID-19 può portare a una risposta immunitaria persistente, che a sua volta potrebbe ridurre la capacità del corpo di usare il triptofano, un mattoncino per la serotonina.
Il Ruolo degli SSRI
Gli Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono comunemente usati per trattare la Depressione. Funzionano bloccando la riassorbimento della serotonina nel cervello, il che può portare a un miglioramento dell'umore. Gli SSRI sono generalmente ben tollerati e hanno meno effetti collaterali rispetto ad altri tipi di antidepressivi. Visto il loro focus sulla serotonina, gli SSRI potrebbero essere un'opzione interessante da studiare in relazione al Long COVID.
Vari studi hanno esaminato come gli SSRI influenzano sia il COVID-19 acuto che il Long COVID. Alcune ricerche suggeriscono che assumere l'SSRI fluvoxamina all'inizio di un'infezione da COVID-19 potrebbe aiutare nella guarigione. Tuttavia, altri studi hanno mostrato che la fluvoxamina non ha ridotto il rischio di sviluppare Long COVID, probabilmente a causa di piccole dimensioni del campione che non hanno fornito prove forti.
Indagare gli Effetti degli SSRI sul Long COVID
Un'analisi recente si è proposta di capire la relazione tra l'uso di SSRI durante un'infezione da COVID-19 e le probabilità di sviluppare Long COVID. L'analisi ha utilizzato dati da un ampio database sanitario nazionale che traccia milioni di pazienti.
I ricercatori si sono concentrati su individui che erano stati diagnosticati sia con COVID-19 acuto che con disturbo depressivo maggiore. Limitando il gruppo di studio solo a quelli con depressione, i ricercatori hanno cercato di evitare risultati fuorvianti riguardo al motivo per cui i pazienti potrebbero essere prescritti SSRI. Hanno confrontato i pazienti che assumevano SSRI con quelli che non li assumevano e hanno cercato diagnosi di Long COVID nei mesi successivi alla loro infezione da COVID-19.
Risultati Chiave dello Studio
I risultati hanno mostrato che i pazienti che assumevano SSRI avevano meno probabilità di sviluppare Long COVID. In particolare, il rapporto di rischio corretto suggeriva che i pazienti che usano SSRI avevano un rischio del 10% più basso di Long COVID rispetto ai non utilizzatori. Questo è un risultato importante, poiché evidenzia come gli SSRI potrebbero offrire una certa protezione contro questa condizione.
Quando i ricercatori hanno esaminato diversi tipi di SSRI, hanno trovato che tre specifici SSRI - fluoxetina, sertralina ed escitalopram - erano legati a un rischio più basso di Long COVID. D'altra parte, non è stata trovata alcuna associazione significativa tra l'uso di paroxetina e citalopram e il rischio di Long COVID.
L'Importanza dei Dati e dei Metodi
La forza di questo studio sta nella sua ampia dimensione del campione e nei dati ricchi disponibili. Questo permette ai ricercatori di considerare molti fattori che potrebbero influenzare gli esiti sulla salute. Inoltre, i metodi usati sono stati progettati per minimizzare i bias, il che è fondamentale in studi osservazionali come questo.
Tuttavia, lo studio non è senza limitazioni. Per esempio, ha esaminato solo l'uso di SSRI durante l'infezione e non ha potuto tenere conto della durata dell'uso o delle variazioni nelle dosi. Inoltre, il modo in cui è stato registrato il Long COVID potrebbe non catturare tutte le variazioni dei sintomi, il che potrebbe limitare i risultati dello studio.
Conclusione
La ricerca indica che assumere SSRI durante un'infezione da COVID-19 potrebbe ridurre il rischio di sviluppare Long COVID nei pazienti con disturbo depressivo maggiore. Questo supporta l'idea che la serotonina giochi un ruolo nel Long COVID e che gli SSRI potrebbero essere un'opzione utile per prevenire questa condizione. Sono necessari ulteriori trial randomizzati per confermare questi risultati e esplorare come gli SSRI potrebbero aiutare contro il Long COVID. Con la continua presenza del COVID-19, trovare modi per prevenire il Long COVID è essenziale per la salute pubblica.
Direzioni Future
Data la prevalenza del Long COVID e dei casi di COVID-19 in corso, è fondamentale continuare a studiare modi per prevenire e trattare questa condizione. Ricerche aggiuntive sulla relazione tra serotonina e Long COVID, insieme all'efficacia degli SSRI, possono fornire intuizioni preziose. Studi osservazionali, come quello discusso, possono guidare futuri trial clinici e interventi volti a ridurre l'impatto del Long COVID su individui e società.
Pensieri di Chiusura
La relazione tra SSRI e Long COVID è un'area emergente di interesse che potrebbe portare a strategie efficaci per gestire i sintomi. Man mano che arriveranno più informazioni, i medici potranno supportare meglio i pazienti con una storia di COVID-19 e problemi di salute mentale, garantendo un approccio olistico alla loro cura.
Titolo: SSRI Use During Acute COVID-19 Infection Associated with Lower Risk of Long COVID Among Patients with Depression
Estratto: BackgroundLong COVID, also known as post-acute sequelae of COVID-19 (PASC), is a poorly understood condition with symptoms across a range of biological domains that often have debilitating consequences. Some have recently suggested that lingering SARS-CoV-2 virus in the gut may impede serotonin production and that low serotonin may drive many Long COVID symptoms across a range of biological systems. Therefore, selective serotonin reuptake inhibitors (SSRIs), which increase synaptic serotonin availability, may prevent or treat Long COVID. SSRIs are commonly prescribed for depression, therefore restricting a study sample to only include patients with depression can reduce the concern of confounding by indication. MethodsIn an observational sample of electronic health records from patients in the National COVID Cohort Collaborative (N3C) with a COVID-19 diagnosis between September 1, 2021, and December 1, 2022, and pre-existing major depressive disorder, the leading indication for SSRI use, we evaluated the relationship between SSRI use at the time of COVID-19 infection and subsequent 12-month risk of Long COVID (defined by ICD-10 code U09.9). We defined SSRI use as a prescription for SSRI medication beginning at least 30 days before COVID-19 infection and not ending before COVID-19 infection. To minimize bias, we estimated the causal associations of interest using a nonparametric approach, targeted maximum likelihood estimation, to aggressively adjust for high-dimensional covariates. ResultsWe analyzed a sample (n = 506,903) of patients with a diagnosis of major depressive disorder before COVID-19 diagnosis, where 124,928 (25%) were using an SSRI. We found that SSRI users had a significantly lower risk of Long COVID compared to nonusers (adjusted causal relative risk 0.90, 95% CI (0.86, 0.94)). ConclusionThese findings suggest that SSRI use during COVID-19 infection may be protective against Long COVID, supporting the hypothesis that serotonin may be a key mechanistic biomarker of Long COVID.
Autori: Zachary Butzin-Dozier, Y. Ji, S. Deshpande, E. Hurwitz, J. Coyle, J. Shi, A. N. Mertens, M. van der Laan, J. M. Colford, R. C. Patel, A. Hubbard, on behalf of the National COVID Cohort Collaborative
Ultimo aggiornamento: 2024-02-06 00:00:00
Lingua: English
URL di origine: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2024.02.05.24302352
Fonte PDF: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2024.02.05.24302352.full.pdf
Licenza: https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
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