Approfondimenti a lungo termine sulla sopravvivenza nell'insufficienza cardiaca
Uno studio rivela fattori di sopravvivenza a lungo termine nei pazienti con insufficienza cardiaca.
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Indice
L'Insufficienza Cardiaca (IC) è una condizione seria che colpisce circa l'1-4% della popolazione mondiale. Porta a una bassa qualità della vita, a tassi di Mortalità elevati, visite frequenti in ospedale e mette sotto pressione i sistemi sanitari. Le cause dell'insufficienza cardiaca possono variare molto. Anche se molti studi si sono concentrati sull'insufficienza cardiaca, di solito fanno follow-up brevi e si sa poco sulla sopravvivenza a lungo termine oltre i dieci anni. Questa mancanza di informazioni lascia un vuoto nella nostra conoscenza riguardo i rischi a lungo termine e i fattori che influenzano la sopravvivenza per i pazienti con insufficienza cardiaca.
Programmi per Gestire l'Insufficienza Cardiaca
Esistono programmi pensati per aiutare i pazienti con insufficienza cardiaca a migliorare la loro vita. Questi programmi educativi e di gestione della malattia insegnano ai pazienti come gestire la loro condizione e hanno dimostrato di migliorare la qualità della vita e ridurre le visite in ospedale. Tuttavia, c'è un certo grado di incertezza riguardo l'efficacia di questi programmi a lungo termine. Qui entra in gioco uno studio specifico chiamato trial REMADHE, che ha esaminato gli effetti di questi programmi per circa 2,5 anni. Questo trial ha mostrato che il programma ha migliorato la qualità della vita e ridotto le visite in ospedale, ma non ha cambiato significativamente i tassi di mortalità tra il gruppo del programma e il gruppo di controllo.
Studio a Lungo Termine sui Pazienti con Insufficienza Cardiaca
Nel nostro studio recente, abbiamo esteso il periodo di follow-up dei pazienti del trial REMADHE a quasi 24 anni. L'obiettivo era raccogliere informazioni sulla sopravvivenza a lungo termine e identificare i fattori che influenzano la mortalità per i pazienti con insufficienza cardiaca che hanno seguito un'educazione e un monitoraggio continuativo.
Per condurre questo studio, abbiamo esaminato i dati dei pazienti che facevano parte del trial REMADHE, che includeva monitoraggio e educazione specializzati. Questo lungo follow-up ci permette di comprendere meglio i tassi di sopravvivenza dei pazienti con insufficienza cardiaca e i fattori che predicono la sopravvivenza.
Informazioni sui Pazienti
I pazienti che abbiamo seguito sono stati reclutati da un centro cardiaco specializzato dove hanno ricevuto cure complete da parte di specialisti in insufficienza cardiaca. Tutti i pazienti ricevevano un trattamento medico appropriato secondo le linee guida. Abbiamo esaminato vari fattori, come età, sesso, storia medica e risultati degli esami del sangue, per capire il loro impatto sui tassi di sopravvivenza.
Analisi della Mortalità
Abbiamo raccolto dati sui decessi da diverse fonti, comprese le cartelle cliniche e i rapporti familiari. In totale, abbiamo analizzato i dati di 412 pazienti. Circa l'88% di questi pazienti è deceduto durante il periodo di follow-up, con l'insufficienza cardiaca che è stata la causa di circa il 36% di questi decessi. Un numero significativo di pazienti è morto anche a casa, mentre altri sono deceduti per cause diverse o sconosciute.
L'analisi ha rivelato che diversi fattori erano associati a tassi di sopravvivenza più bassi. Ad esempio, avere 52 anni o più, avere una frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) inferiore al 45% e avere una storia medica di Malattia di Chagas erano legati a una sopravvivenza più breve. Inoltre, i pazienti che usavano digossina, avevano alti livelli di urea, una bassa percentuale di linfociti e si trovavano in una classe funzionale scadente avevano anche tassi di sopravvivenza ridotti.
Risultati sulle Cause di Morte
In modo interessante, ci sono state differenze nelle cause di morte tra i due gruppi nella nostra analisi. Nel gruppo che ha ricevuto il programma di gestione della malattia (DMP), l'insufficienza cardiaca era una causa di morte meno comune rispetto al gruppo di controllo. I dati suggeriscono che mentre il DMP non ha cambiato significativamente i tassi di sopravvivenza complessivi, potrebbe aver influenzato la natura dei decessi avvenuti.
Per chi aveva la malattia di Chagas, l'insufficienza cardiaca era la principale causa di morte, ma ci sono state anche differenze significative nelle cause di morte in base ai livelli di LVEF e urea dei pazienti.
Riepilogo dei Risultati
In generale, i nostri risultati indicano che i pazienti con insufficienza cardiaca hanno mostrato un'alta mortalità iniziale, specialmente nei primi sei anni. Alcuni predittori indipendenti come l'età, la presenza di malattia di Chagas, la funzione ventricolare sinistra e la Funzione renale sono emersi come fattori importanti che influenzano la mortalità. I tassi di sopravvivenza erano simili tra il DMP e il gruppo di controllo, ma sono emersi schemi diversi nelle cause di morte.
Inoltre, fattori come l'età e la funzione renale hanno mostrato una forte relazione con la sopravvivenza, evidenziando l'importanza di un monitoraggio attento di queste aree nella gestione dell'insufficienza cardiaca.
Implicazioni per la Gestione Futura
Il nostro studio fa luce sugli aspetti di sopravvivenza a lungo termine dell'insufficienza cardiaca e mostra l'importanza di una cura e di un monitoraggio continuativi per questi pazienti. L'insufficienza cardiaca è complessa e la sua gestione deve essere personalizzata in base alle esigenze individuali. I nostri risultati suggeriscono che comprendere i fattori specifici che influenzano la sopravvivenza può aiutare i fornitori di assistenza sanitaria a supportare meglio i pazienti nella gestione della loro condizione.
Inoltre, un trattamento continuo in ambienti specializzati potrebbe migliorare i risultati nel corso degli anni, suggerendo che la cura continua è essenziale nella lotta contro l'insufficienza cardiaca. Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi risultati e per indagare come diverse strategie di trattamento possano essere ottimizzate per la sopravvivenza a lungo termine.
Conclusione
L'insufficienza cardiaca rimane una sfida sanitaria significativa e il nostro studio a lungo termine fornisce preziose intuizioni sui tassi di sopravvivenza e i predittori di mortalità per i pazienti con questa condizione. Identificando fattori chiave come l'età, la funzione renale e la presenza di malattie specifiche, possiamo mirare a migliorare le cure per i pazienti con insufficienza cardiaca nel lungo periodo.
Queste informazioni sono fondamentali per i pazienti, i fornitori di assistenza sanitaria e il sistema sanitario mentre cerchiamo modi migliori per gestire l'insufficienza cardiaca e migliorare la qualità della vita per chi è colpito.
Titolo: Very Long-term Longitudinal Follow-up of Heart Failure on the REMADHE Trial
Estratto: BackgroundHeart failure (HF) is associated with frequent hospitalization and worse prognosis. Prognosis factors and survival in very long-term follow-up have not been reported in HF. HF disease management programs(DMP) results are contradictory. DMP efficacy in very long-term follow-up is unknown. We studied the very long-term follow-up of up to 23.6 years and prognostic factors of HF in 412 patients under GDMT included in the REMADHE trial. MethodsThe REMADHE trial was a prospective, single-center, randomized trial comparing DMP versus usual care(C). The first patient was randomized on October 5, 1999. The primary outcome of this extended REMADHE was all-cause mortality. ResultsThe all-cause mortality rate was 88.3%. HF was the first cause of death followed by death at home. Mortality was higher in the first 6-year follow-up. The predictive variables in multivariate analysis associated with mortality were age [≥]52 years (P=0.015), Chagas etiology (P=0.010), LVEF
Autori: Edimar Alcides Bocchi, G. V. Guimaraes, C. Espinoza, S. Moreira-Ferreira, B. Biselli, P. Chizzola, R. Mulhoz, J. T. Fukushima, F. Cruz
Ultimo aggiornamento: 2024-03-28 00:00:00
Lingua: English
URL di origine: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2024.03.26.24304939
Fonte PDF: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2024.03.26.24304939.full.pdf
Licenza: https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/
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