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# Scienze della salute# Epidemiologia

Collegamento tra sport da contatto e rischi di demenza

Uno studio analizza i fattori di rischio per la demenza negli ex atleti degli sport da contatto.

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Ricerche recenti mostrano che ex atleti di sport da contatto hanno tassi di Demenza più alti rispetto alla popolazione generale. Sport da contatto come boxe, lotta e calcio comportano impatti alla testa che potrebbero contribuire a infortuni cerebrali nel tempo. Questi infortuni potrebbero portare a un rischio maggiore di demenza. Tuttavia, molti studi a sostegno di questa idea usano set di dati ampi ma spesso trascurano fattori di salute importanti che potrebbero influenzare i risultati. Fattori come consumo di alcol, fumo, Diabete e Ipertensione potrebbero anche impattare il rischio di demenza. Se questi fattori di salute sono più comuni tra gli ex atleti di sport da contatto, potrebbero essere la vera ragione dietro i tassi più alti di demenza, non lo sport stesso.

Fattori di Salute e il Loro Impatto

Studi precedenti suggeriscono che i giocatori di football americano in pensione potrebbero avere tassi più alti di obesità e pressione alta. Tuttavia, non è chiaro se questi risultati si applichino anche ad altri sport. Per esempio, ex calciatori di élite sembrano avere tassi più bassi di problemi legati all'alcol e depressione rispetto alla popolazione generale. Questa mancanza di dati sui fattori di rischio di demenza tra i partecipanti agli sport da contatto rende necessario confrontare questi atleti con un gruppo della popolazione generale.

In questo articolo, esaminiamo vari fattori di rischio di demenza tra ex pugili, lottatori e calciatori di élite, tutti collegati a una maggiore probabilità di sviluppare demenza.

Panoramica dello Studio

Lo studio è iniziato nel 1978 per valutare l'aspettativa di vita degli ex atleti di élite. I partecipanti erano atleti maschi che hanno rappresentato la Finlandia in competizioni internazionali tra il 1920 e il 1965. I loro nomi, luoghi di nascita e date di nascita sono stati presi da registri sportivi. Lo studio ha incluso 303 calciatori (età media 57,1 anni), 281 pugili (56,4 anni) e 318 lottatori (60,9 anni). È stato incluso anche un gruppo di controllo di 1.712 uomini (età media 55,2 anni) dalla popolazione generale. Tutta la raccolta dei dati è stata approvata da un comitato etico e i partecipanti hanno dato il loro consenso.

Monitoraggio delle Condizioni di Salute

Lo studio ha monitorato i partecipanti per condizioni di salute come pressione alta e diabete dal 1970 fino al 2015. Nel 1985, un questionario è stato inviato agli atleti sopravvissuti, con una buona percentuale di risposte. Il questionario chiedeva abitudini di fumo, istruzione, stato matrimoniale e altezza e peso. Segni di depressione sono stati valutati tramite un breve inventario inviato nel 1995. Un consumo eccessivo di alcol è stato considerato come il consumo di più di cinque drink standard in un'occasione almeno una volta al mese. È stato creato un indice di Attività Fisica per valutare le abitudini di esercizio.

Questa raccolta di dati ha fornito informazioni su nove dei dodici noti fattori di rischio per la demenza. Questi includevano pressione alta, diabete, consumo eccessivo di alcol, isolamento sociale, depressione, fumo, indice di massa corporea elevato, bassa istruzione e bassi livelli di attività fisica.

Analisi dei Risultati

Per comprendere le relazioni tra partecipazione agli sport da contatto e fattori di rischio di demenza, i ricercatori hanno utilizzato metodi statistici. Hanno confrontato i risultati tenendo conto dell'età e dello stato socioeconomico. Per l'istruzione, hanno regolato solo per l'età a causa del suo legame stretto con lo stato sociale.

I risultati hanno rivelato poche prove di livelli più alti di fattori di rischio di demenza tra gli atleti in pensione rispetto alla popolazione generale. Infatti, molti risultati suggerivano che gli ex atleti avevano livelli di fattori di rischio più sani.

Risultati Chiave

Confrontando gli ex atleti di sport da contatto con la popolazione generale, è emerso che questi atleti avevano un tasso di fumo più basso in generale. Ad esempio, i lottatori avevano un rapporto di probabilità di 0,32, mentre i calciatori avevano un rapporto di probabilità di 0,52 per il fumo. I calciatori in pensione avevano anche un rischio più basso di diabete rispetto ai controlli.

Inoltre, gli atleti mostravano tassi più alti di attività fisica dopo la fine delle loro carriere. Ad esempio, i pugili avevano un aumento medio di 1,80 nei loro livelli di attività, e i lottatori li aumentavano di 1,34. Gli ex calciatori avevano anche livelli di istruzione migliori rispetto ai loro omologhi nella popolazione generale.

Tuttavia, alcune dimensioni mostrano livelli più alti di rischio di demenza tra gli ex atleti. I calciatori riportavano un consumo eccessivo di alcol, e i lottatori avevano un indice di massa corporea più alto.

Conclusione

La principale conclusione di questo studio è che ci sono poche prove a suggerire che gli ex atleti di élite in sport da contatto abbiano una prevalenza più alta di fattori di rischio di demenza rispetto alla popolazione generale. Infatti, la maggior parte dei risultati indicava che avevano abitudini più sane, in particolare riguardo al fumo e all'attività fisica.

Questi risultati implicano che i fattori di rischio misurati in questo studio non tengono conto del maggiore rischio di demenza osservato in alcuni studi su ex partecipanti agli sport da contatto. Invece, potrebbero esserci altri fattori, possibilmente legati a impatti ripetuti alla testa, che giocano un ruolo più significativo negli esiti sulla salute cerebrale.

Data la ricerca limitata sui fattori di rischio di demenza negli ex atleti, in particolare riguardo ad altri fattori come la perdita dell'udito e l'inquinamento atmosferico, sono necessari ulteriori studi. Questo è particolarmente importante poiché un numero crescente di donne partecipa agli sport da contatto, il che potrebbe avere importanti implicazioni per i futuri tassi di malattie neurodegenerative.

I risultati di questo studio forniscono una migliore comprensione della salute degli ex atleti da contatto e indicano che le scelte di vita fanno la differenza nei risultati di salute molto tempo dopo la fine delle loro carriere sportive. È necessaria un'ulteriore indagine per confermare questi risultati ed esplorare fattori aggiuntivi che potrebbero influenzare la salute cerebrale nei partecipanti agli sport da contatto.

Direzioni Future

Con l'interesse crescente per la salute a lungo termine degli atleti, ulteriori ricerche dovrebbero includere gruppi più grandi e più diversi, comprese le atlete femminili e quelle di vari background sportivi. Comprendere come diversi fattori contribuiscono alla salute cerebrale e alla demenza è cruciale. Questo include l'analisi delle abitudini di vita, della salute mentale e delle influenze ambientali, che rivestono un ruolo vitale nel plasmare i risultati di salute.

Il monitoraggio e la ricerca continui sulla salute degli ex atleti possono aiutare a informare le future politiche negli sport da contatto, migliorare le misure di sicurezza e potenzialmente ridurre i rischi associati a queste attività. Dobbiamo dare priorità alla salute e al benessere degli atleti per assicurarci che coloro che competono a livelli élite siano celebrati non solo per i loro successi sportivi, ma anche supportati nella loro salute a lungo termine.

In sintesi, mentre gli sport da contatto possono avere rischi intrinseci, questo studio fornisce prove che gli ex atleti non sono necessariamente a maggior rischio di demenza considerando fattori di salute significativi. Comprendere l'interazione tra sport, stile di vita e salute rimane un'area di ricerca vitale mentre la società continua a impegnarsi in vari sport da contatto.

Fonte originale

Titolo: Dementia risk factors in former contact sports participants: prospective cohort study

Estratto: BackgroundThe elevated dementia incidence in retired contact sport participants might be explained by a higher prevalence of established risk factors for the disease relative to the general population. MethodsIn this cohort study, former elite participants active between 1920 and 1965 in soccer (N=303), boxing (N=281), and wrestling (N=318) were recruited using sports yearbooks and records of sports associations. Men in a population control group were identified using records from a compulsory medical examination (N=1712). All study members were linked to hospital registers (1970-2015) and self-completion questionnaires were circulated (1985, 1995) from which we captured data on nine established risk factors for dementia: hypertension and diabetes status, alcohol intake, loneliness, depressive symptoms, cigarette smoking, body weight, educational attainment, and physical activity. ResultsThere was little suggestion that former participants in contact sports had a higher prevalence of dementia risk factors relative to the general population. Rather, the balance of evidence was for more favourable risk factor levels in former athletes, as was particularly evident for ever having smoked cigarettes (range in odds ratios [95% confidence interval]: 0.32 [0.21, 0.48] for wrestling to 0.52 [0.36, 0.75] for soccer) and leisure-time physical activity (range in beta coefficients [95% confidence interval]: 1.34 [0.66, 2.02] for soccer to 1.80 [1.07, 2.52] for boxing). ConclusionsThe increased dementia rates in retired contact sport participants evident in epidemiological studies is unlikely to be explained by the risk factors examined here. This implicates other characteristics of contact sports, including a history of repeated head impact.

Autori: George David Batty, S. Bell, U. Kujala, S. Sarna, J. Kaprio

Ultimo aggiornamento: 2024-01-16 00:00:00

Lingua: English

URL di origine: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2024.01.15.24301327

Fonte PDF: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2024.01.15.24301327.full.pdf

Licenza: https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/

Modifiche: Questa sintesi è stata creata con l'assistenza di AI e potrebbe presentare delle imprecisioni. Per informazioni accurate, consultare i documenti originali collegati qui.

Si ringrazia medrxiv per l'utilizzo della sua interoperabilità ad accesso aperto.

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