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Vaccini e nuove varianti di COVID-19 in Kenya

Esaminando l'efficacia dei vaccini contro le nuove varianti di COVID-19 in Kenya.

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La pandemia di COVID-19 continua a essere una grande preoccupazione in tutto il mondo, con nuove varianti del virus che compaiono frequentemente. Questi cambiamenti nel virus possono influenzare l’efficacia dei Vaccini e come il corpo reagisce dopo aver contratto il COVID-19. Questo articolo si concentra sulla situazione in Kenya, analizzando l’efficacia dei vaccini e quanto bene proteggono dalle nuove varianti del virus.

Contesto

Da quando è iniziata la pandemia, gli scienziati hanno monitorato il virus da vicino. Hanno scoperto che il virus continua a cambiare, specialmente in una parte chiamata proteina spike, che è fondamentale per permettere al virus di entrare nelle cellule umane. I vaccini funzionano stimolando il nostro corpo a produrre anticorpi in grado di neutralizzare il virus. Tuttavia, con i cambiamenti del virus, l’efficacia di questi anticorpi può diminuire, rendendo difficile capire se i vaccini offrono ancora una buona protezione.

Sforzi di vaccinazione in Kenya

I vaccini sono diventati disponibili in Kenya a marzo 2021, e entro maggio 2022, circa 8,3 milioni di adulti avevano completato la vaccinazione, mentre 2,5 milioni avevano ricevuto almeno una dose. Questo rappresenta circa il 30,7% della popolazione adulta. Nonostante la disponibilità, ci sono state sfide legate all’accesso e alla mancanza di fiducia nei vaccini a causa di credenze culturali e preoccupazioni sulla sicurezza.

Studi hanno dimostrato che i vaccini possono produrre anticorpi rapidamente, e anche le persone che hanno contratto il virus possono sviluppare questi anticorpi neutralizzanti poco dopo l’infezione. Tuttavia, con l’emergere di nuove varianti, ci sono preoccupazioni su quanto siano ancora efficaci gli anticorpi da infezioni precedenti o vaccinazioni.

Emergenza di nuove varianti

Continuano a essere scoperte nuove varianti del virus SARS-CoV-2, con molti cambiamenti nella loro composizione genetica. Alcuni di questi cambiamenti permettono al virus di sfuggire al riconoscimento del sistema immunitario. I ricercatori stanno indagando se i vaccini, sviluppati sulla base di varianti precedenti, possano ancora proteggere da queste nuove varianti.

In Kenya, i dati genomici mostrano che diverse varianti circolano, tra cui FY.4, JN.1 e altri sottotipi. Studiando campioni locali da maggio 2023 a marzo 2024, i ricercatori hanno identificato quali varianti erano comuni nella popolazione.

Valutazione dell’efficacia dei vaccini

Per vedere quanto bene funzionano i vaccini contro le nuove varianti, i ricercatori hanno raccolto campioni di sangue da persone vaccinate e da chi si era ripreso dal COVID-19. Poi hanno testato questi campioni per vedere quanto efficacemente gli anticorpi potessero neutralizzare le diverse varianti del virus.

Lo studio ha confrontato campioni di persone vaccinate con quelli di chi si era ripreso dalla versione originale del virus. È emerso che, mentre la maggior parte delle persone riusciva a neutralizzare il ceppo originale, molto meno riuscivano a neutralizzare le varianti più recenti.

Ad esempio, tra coloro che avevano precedentemente contratto il virus wildtype, solo una piccola percentuale riusciva a neutralizzare la Variante EG.5.1, e ancor meno riuscivano a neutralizzare FY.4 o BA.2.86.

Analisi dei livelli di anticorpi

I ricercatori hanno misurato il livello di anticorpi nei campioni di sangue per capire quanto fossero efficaci contro ciascuna variante. Hanno scoperto che aumentando il numero di dosi cresceva anche la capacità di neutralizzazione per alcune varianti. Ad esempio, le persone che avevano ricevuto due dosi riuscivano a neutralizzare meglio le varianti più recenti rispetto a quelle che avevano ricevuto solo una dose.

Tuttavia, dopo aver somministrato tre dosi, alcune persone mostravano una diminuzione nella capacità di neutralizzare certe varianti. Questo era sorprendente, poiché di solito si pensa che più dosi migliorino la protezione. Gli anziani erano più propensi a mostrare questa diminuzione, il che solleva domande su come la vaccinazione influisca su gruppi di età diversi.

Impatto dell’età e del tempo dalla vaccinazione

Lo studio ha anche esaminato se l’età o il tempo trascorso dalla vaccinazione influenzassero quanto bene funzionassero gli anticorpi. È emerso che molti adulti più anziani avevano ricevuto le vaccinazioni molto tempo fa, il che potrebbe spiegare perché i loro livelli di neutralizzazione fossero più bassi.

I dati indicavano che per coloro che erano stati vaccinati da oltre sei mesi, l’efficacia del vaccino poteva diminuire significativamente. Questo suggerisce che, col passare del tempo, potrebbero essere necessarie dosi booster per mantenere un buon livello di protezione, in particolare per gli anziani.

Conclusione

In sintesi, lo studio evidenzia risultati significativi sull’efficacia dei vaccini contro le varianti emergenti di COVID-19 in Kenya. Sebbene i vaccini possano ancora fornire un certo livello di protezione, soprattutto contro il ceppo originale, la loro efficacia contro le nuove varianti sembra diminuire nel tempo.

Con il continuo cambiamento del virus, potrebbero essere necessarie nuove strategie vaccinali. Questo potrebbe comportare lo sviluppo di vaccini meglio adattati alle varianti attualmente circolanti.

In generale, la ricerca continua è fondamentale per capire come migliorare gli sforzi di vaccinazione e proteggere meglio la popolazione dal COVID-19 e dalle sue varianti in evoluzione.

Fonte originale

Titolo: Evaluation of population immunity against SARS-CoV-2 variants, EG.5.1, FY.4, BA.2.86, JN.1, and JN.1.4, using samples from two health demographic surveillance systems in Kenya.

Estratto: Increased immune evasion by emerging and highly mutated SARS-CoV-2 variants is a key challenge to the control of COVID-19. The majority of these mutations mainly target the spike protein, allowing the new variants to escape the immunity previously raised by vaccination and/or infection by earlier variants of SARS-CoV-2. In this study, we investigated the neutralizing capacity of antibodies against emerging variants of interest circulating between May 2023 and March 2024 using sera from representative samples of the Kenyan population. From our genomics data, we identified the most prevalent Kenyan and global variants and performed pseudoviruses neutralization assays with the most recent SARS-CoV-2 variants. Our data show that antibodies from individuals in the general population in Kenya were less effective against the recent prevalent SARS-CoV-2 omicron variants (i.e. EG.5.1, FY.4, BA.2.86, JN.1, and JN.1.4) compared to the ancestral wildtype strain. Although there was increased neutralization following multiple doses of vaccine, antibodies from >40% of the vaccinated individuals did not neutralize the omicron variants, suggesting that individuals were susceptible to infection by these variants.

Autori: James Nyagwange, D. I. Lugano, B. Kutima, M. Kimani, A. Sigilai, J. N. Gitonga, A. Karani, D. Akech, B. Karia, A. K. Ziraba, A. Maina, A. W. LAMBISIA, D. Omuoyo, D. Mugo, R. Lucinde, J. Newman, D. K. Bailey, E. Nduati, G. Githinji, C. N. Agoti, P. Bejon, J. A. G. Scott, A. J. Agweyu, W. Kagucia, G. M. Warimwe, C. J. Sande, L. I. Ochola-Oyier

Ultimo aggiornamento: 2024-06-26 00:00:00

Lingua: English

URL di origine: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2024.06.26.24309525

Fonte PDF: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2024.06.26.24309525.full.pdf

Licenza: https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Modifiche: Questa sintesi è stata creata con l'assistenza di AI e potrebbe presentare delle imprecisioni. Per informazioni accurate, consultare i documenti originali collegati qui.

Si ringrazia medrxiv per l'utilizzo della sua interoperabilità ad accesso aperto.

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