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Nuove Scoperte sulla Distribuzione delle Specie e Gli Estremi Climatici

Questo articolo parla di come il tempo estremo influisce sui modelli di distribuzione delle specie.

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Indice

Il modo in cui le specie sono distribuite nelle aree è super importante in ecologia. Questa conoscenza aiuta gli scienziati a capire idee ecologiche, controllare come il cambiamento climatico influisce sugli esseri viventi e creare piani per la conservazione e la gestione dei rischi. Per prevedere dove potrebbero trovarsi le specie, gli scienziati usano spesso i Modelli di Distribuzione delle Specie (SDMs). Questi modelli utilizzano i dati su dove le specie sono presenti o assenti e collegano queste informazioni alle condizioni ambientali di quei posti. Modelli accurati sono necessari per comprendere le attuali posizioni delle specie e prevedere come queste potrebbero cambiare in futuro.

In questo articolo parliamo di come gli eventi meteorologici estremi, noti come estremi climatici, non siano completamente rappresentati nei modelli attuali di distribuzione delle specie. Spieghiamo cosa sono gli estremi climatici e come impattano le specie. È fondamentale considerare tutti gli aspetti di questi estremi per prevedere efficacemente i loro effetti sulle specie.

Definire gli Estremi Climatici

Gli estremi climatici sono definiti come eventi meteorologici specifici che sono ben definiti ma accadono raramente. È accettato che queste condizioni meteorologiche estreme possano influenzare in modo significativo le specie e le loro distribuzioni. Ad esempio, alcune piante possono subire una grave perdita d'acqua e smettere di funzionare correttamente quando sono sottoposte a siccità. Quando lo stress da siccità diventa troppo intenso, le piante possono perdere la capacità di assorbire acqua, portando alla morte. Oltre all'intensità di questi estremi, anche la frequenza con cui si verificano può influenzare gli organismi viventi. Entrambi i fattori possono ostacolare il recupero di una specie o portare a tassi di mortalità aumentati, a volte risultando in estinzioni locali.

Identificare un singolo punto su una scala per rappresentare un effetto soglia di questi estremi per una specie è difficile. Invece di concentrarsi solo su un punto fisso, gli scienziati dovrebbero considerare l'intera gamma di possibili intensità e frequenze di questi eventi estremi per capire i loro effetti sulle specie.

L'Importanza dei Dati sui Meteo Estremi

Attualmente, molti modelli di distribuzione delle specie non catturano completamente la gamma di variazioni presentate dalle condizioni meteorologiche estreme. Alcuni studi hanno cercato di includere dati meteorologici estremi utilizzando set di dati ad alta risoluzione, come le letture climatiche giornaliere. Tuttavia, raccogliere queste informazioni dettagliate può essere difficile e spesso richiede molto impegno. Inoltre, le conoscenze utilizzate in questi metodi potrebbero non essere adatte per diverse specie e regioni.

Questo documento ha l'obiettivo di introdurre un metodo che integri in modo più efficace i dati meteorologici estremi nei modelli di distribuzione delle specie. Il nostro metodo è progettato per essere ampiamente applicabile e utilizzare dati facilmente disponibili. Esploreremo tre metodi attuali per incorporare i dati meteorologici estremi nei modelli, notando le loro limitazioni.

Approcci Attuali nella Modellizzazione delle Distribuzioni delle Specie

Approccio Medio

Molti studi utilizzano le medie a lungo termine degli estremi climatici quando creano modelli di distribuzione delle specie. Questa media, conosciuta come "intensità estrema media", può rappresentare processi biologici importanti ma non tiene conto in modo efficace della distribuzione disomogenea degli eventi meteorologici estremi. Poiché questo metodo si basa esclusivamente sulle medie, è limitato nella sua capacità di prevedere gli effetti di condizioni estreme.

Approccio Normale

Un altro metodo considera la variabilità annuale dei dati climatici, utilizzando la deviazione standard insieme alla media. Questo approccio ha dimostrato di migliorare le previsioni del modello, indicando che la variabilità offre una visione migliore degli estremi climatici rispetto a semplicemente guardare le medie. Tuttavia, questo metodo non cattura ancora i cambiamenti nella parte finale dei dati meteorologici estremi, che possono influenzare significativamente le specie.

Approccio Quantile

Un terzo metodo si basa sui dati meteorologici estremi associati a specifici periodi di ritorno. Questo significa che gli scienziati calcolano con quale frequenza è probabile che si verifichi una particolare intensità estrema. Sebbene questo metodo abbia migliorato le previsioni dei modelli, ha anche i suoi svantaggi. Raccogliere dati di alta qualità è difficile e fare affidamento su un piccolo campione di dati può distorcere i risultati.

La Necessità di un Nuovo Approccio

Tutti e tre gli approcci non affrontano la distribuzione disomogenea dei dati meteorologici estremi nei loro modelli. È cruciale riconoscere che il cambiamento climatico può alterare la distribuzione di questi estremi, influenzando come le specie rispondono ai cambiamenti ambientali.

Proponiamo un nuovo metodo che utilizza un framework statistico per analizzare i dati meteorologici estremi. Questo framework assicura che tutti gli aspetti degli eventi meteorologici estremi siano presi in considerazione, rendendolo applicabile a diverse specie e ambienti. Il nostro nuovo approccio si concentra sulla distribuzione dei valori estremi generalizzati (GEV), che può rappresentare meglio la natura delle condizioni meteorologiche estreme.

Comprendere la Distribuzione GEV

La distribuzione GEV è utile per analizzare eventi meteorologici estremi, come estremi di temperatura e flussi fluviali estremi. È caratterizzata da tre parametri specifici: posizione, scala e forma. Questi parametri determinano il centro, la diffusione e la forma complessiva della distribuzione.

La distribuzione GEV può assumere tre forme basate sul suo parametro di forma:

  1. Distribuzione di Weibull: Indica una natura limitata degli eventi estremi con estremi molto intensi non previsti.
  2. Distribuzione di Gumbel: Rappresenta estremi a coda leggera con un livello costante di probabilità per eventi intensi.
  3. Distribuzione di Fréchet: Indica estremi a coda pesante, cioè che eventi estremamente intensi sono più probabili.

Comprendere queste variazioni è essenziale per modellare accuratamente le distribuzioni delle specie in relazione agli estremi meteorologici.

Panoramica della Metodologia

Esamineremo come il nostro approccio GEV proposto possa migliorare la modellizzazione delle distribuzioni delle specie. Ci concentriamo su 28 specie arboree europee con diversi tratti ecologici. Il nostro obiettivo è stabilire se l'uso della distribuzione GEV porti a previsioni migliori rispetto ad altri approcci. Utilizzeremo variabili meteorologiche estreme relative a calore, freddo e precipitazioni.

Raccolta dei Dati Climatici

Per sviluppare i nostri modelli, utilizzeremo dati climatici mensili da un database affidabile. Questi dati forniscono informazioni sulle temperature massime e minime, oltre ai livelli di precipitazione in tutta Europa. Utilizzando questi dati, deriveremo tre variabili meteorologiche estreme per caratterizzare calore, freddo e carenze di precipitazioni.

Analisi delle Prestazioni del Modello

Per ogni specie, creeremo diversi modelli basati su approcci differenti: Medio, Normale, Quantile e GEV. Valuteremo le prestazioni di ciascun modello confrontando quanto bene prevedono le distribuzioni delle specie. Per fare questo, valuteremo i modelli in base a metriche come i valori AIC e i punteggi AUC convalidati incrociando.

Risultati e Scoperte

L'analisi preliminare mostra che l'approccio GEV migliora significativamente la previsione delle distribuzioni delle specie rispetto ad altri metodi. Mentre il modello Medio offre previsioni di base, il modello GEV cattura una gamma più ampia di condizioni meteorologiche estreme, migliorando il potere predittivo e l'accuratezza dei modelli.

Bordo delle Distribuzioni

Uno dei punti di forza più notevoli dell'approccio GEV è la sua capacità di catturare gli effetti sui bordi di distribuzione delle specie. Nelle regioni in cui le condizioni sono meno favorevoli per le specie, gli eventi meteorologici estremi sono più probabili di influenzare la sopravvivenza. Questa scoperta indica che l'approccio GEV fornisce un quadro più realistico dei limiti di distribuzione delle specie.

Previsioni Spaziali

Confrontando le previsioni dei diversi approcci, osserviamo che il metodo GEV offre vantaggi distinti in aree con influenze meteorologiche estreme. Le previsioni differiscono a seconda di quanto bene ciascun approccio tiene conto della natura degli estremi climatici.

In aree dove si prevedono eventi meteorologici estremi intensi, la distribuzione GEV porta a probabilità di occorrenza più basse per le specie ai bordi della loro gamma. Questo risultato sottolinea la necessità di considerare gli estremi climatici per evitare di sovrastimare le gamme delle specie.

Implicazioni del Cambiamento Climatico

Man mano che il cambiamento climatico continua a influenzare i modelli meteorologici, è essenziale capire come questi cambiamenti influenzeranno le distribuzioni delle specie. L'approccio GEV evidenzia l'importanza delle varie condizioni meteorologiche estreme e le loro implicazioni per prevedere le reazioni delle specie ai climi che cambiano.

Strategie di Conservazione

Per una conservazione efficace, comprendere le distribuzioni delle specie è cruciale. L'approccio GEV non solo migliora le previsioni dei modelli, ma aiuta anche a identificare le aree in cui le specie sono più vulnerabili agli estremi climatici. Queste informazioni possono aiutare a dare priorità agli sforzi di conservazione, come identificare rifugi climatici o aree per migrazioni assistite.

Necessità di Dati Futuri

L'assenza attuale di dati sufficienti sui futuri scenari climatici limita l'applicazione dell'approccio GEV per previsioni a lungo termine. I set di dati esistenti si concentrano principalmente su medie e deviazioni standard, che non catturano i dettagli necessari sugli eventi meteorologici estremi. La raccolta di dati futuri dovrebbe mirare a fornire informazioni complete che consentano una modellizzazione accurata degli eventi meteorologici estremi.

Conclusione

In sintesi, la modellizzazione della distribuzione delle specie è significativamente migliorata incorporando informazioni dettagliate sugli estremi climatici. L'approccio GEV offre un metodo più robusto per analizzare l'impatto del meteo estremo sulle distribuzioni delle specie. Tenendo conto delle variazioni in intensità, frequenza e distribuzione degli eventi meteorologici estremi, l'approccio GEV consente previsioni migliori e una pianificazione di conservazione più efficace.

Comprendere l'influenza degli estremi climatici sulle specie è fondamentale mentre il cambiamento climatico continua a impattare gli ecosistemi in tutto il mondo. L'adozione dell'approccio GEV porterà a modelli di distribuzione delle specie più accurati, facilitando infine sforzi di conservazione efficaci e una migliore gestione della biodiversità di fronte a un clima che cambia.

Fonte originale

Titolo: Incorporating climatic extremes using the GEV distribution improves SDM range edge performance

Estratto: AimThe changing frequency and intensity of climatic extremes due to climate change can have sudden and adverse impacts on the distribution of species. While species distribution modelling is a vital tool in ecological applications, current approaches fail to fully capture the distribution of climatic extremes, particularly of rare events with the most disruptive potential. Especially at the edges of species ranges, where conditions are already less favourable, predictions might be inaccurate when these extremes are not well represented. LocationEurope TaxonTree species MethodsWe present a novel approach to integrate extreme events into species distribution models based on the generalised extreme value (GEV) distribution. This distribution, following from the extreme value theory has been established as a valuable tool in analysing climatic extremes, both in an ecological context and beyond. The approach relying on the GEV distribution is broadly applicable, readily transferable across species and relies on widely available data. We demonstrate the efficacy of our approach for 28 European tree species, illustrating its superior ability to fully capture the distribution of climatic extremes compared to state-of-the-art methods. ResultsWe found that incorporating parameters on climatic extremes derived from the GEV distribution increased model performance (AICmodel) and characterized range edges more accurately (AUCedge) compared to competing approaches. However, general AUC values were only marginally increased across the species and study period analysed. Overall, the GEV model predicted a narrower niche for the species included in this study. Main conclusionsIncorporating climatic extremes can impact spatial predictions of species distribution models, especially at range margins. We found that using the GEV distribution to characterise extreme variables in SDMs yields the best performance at these distribution edges. Given the importance of range edges for species conservation, a detailed inclusion of extremes in SDMs employed for those applications will help ensure robust conclusions.

Autori: Ward Fonteyn, J. S. Diaz, B. Muys, K. Van Meerbeek

Ultimo aggiornamento: 2024-10-16 00:00:00

Lingua: English

URL di origine: https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2024.10.14.618163

Fonte PDF: https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2024.10.14.618163.full.pdf

Licenza: https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Modifiche: Questa sintesi è stata creata con l'assistenza di AI e potrebbe presentare delle imprecisioni. Per informazioni accurate, consultare i documenti originali collegati qui.

Si ringrazia biorxiv per l'utilizzo della sua interoperabilità ad accesso aperto.

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