L'impatto della pubblicità online problematica
Esaminando le reazioni degli utenti agli annunci digitali ingannevoli e alla responsabilità.
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La pubblicità mirata è una parte comune del navigare su internet per molte persone. Gli inserzionisti usano algoritmi per capire quali annunci sono più pertinenti per gli utenti, mostrandoli ogni giorno. Tuttavia, con l’uso diffuso degli annunci, alcuni possono essere noti per contenere contenuti ingannevoli o fuorvianti, come truffe o clickbait, che possono influenzare negativamente l'esperienza degli utenti.
Le ricerche suggeriscono che le persone possono avere sentimenti negativi verso certi annunci online. Alcuni annunci possono apparire più spesso a gruppi specifici, sollevando preoccupazioni sulla giustizia. In questo articolo, esploriamo alcune domande principali sulla pubblicità problematica: quali tipi di annunci gli utenti trovano più fastidiosi? Alcuni gruppi vedono questi annunci più frequentemente? E chi è da incolpare per questo problema-gli inserzionisti o le piattaforme che mostrano gli annunci?
Per rispondere a queste domande, abbiamo condotto uno studio utilizzando Facebook, una delle piattaforme più grandi per gli annunci online. Abbiamo raccolto e categorizzato migliaia di annunci nel corso di tre mesi, osservando come i partecipanti si sentivano riguardo agli annunci che incontravano. Volevamo vedere se gli adulti più anziani o i gruppi minoritari affrontavano tassi più elevati di annunci problematici. I nostri risultati mostrano che una parte significativa di questi annunci aveva poco o nessun targeting specifico, suggerendo che gli algoritmi di consegna delle piattaforme giocano un grande ruolo in questa distribuzione distorta.
Esperienze degli Utenti con gli Annunci Online
Molti utenti non amano gli annunci digitali e spesso usano blocchi pubblicitari per evitarli. Alcuni studi hanno esaminato perché gli utenti trovano problematici alcuni annunci. Le ragioni comuni includono fastidio per la loro rilevanza, cattivo design o contenuti fuorvianti. Alcuni annunci possono persino causare ansia o confusione. Gli utenti con problemi di salute mentale potrebbero avere reazioni ancora più negative a tipi specifici di annunci.
Raccogliendo informazioni dagli utenti e analizzando i loro sentimenti verso vari annunci, possiamo capire meglio quali tipi di annunci causano disagio. Abbiamo utilizzato un sondaggio per raccogliere queste informazioni, concentrandoci sulle esperienze individuali e identificando annunci problematici dal nostro dataset.
Categorie di Annunci Problematici
Attraverso la nostra ricerca, abbiamo trovato quattro categorie principali di annunci che molti partecipanti hanno segnalato di non gradire:
Annunci Ingannevoli: Contengono informazioni false, affermazioni fuorvianti o altre tattiche disoneste per ingannare gli utenti. Esempi includono annunci che promettono reddito facile o che ingannano gli utenti per fornire informazioni personali.
Annunci di Contenuto Proibito: Annunci che vanno contro le politiche stabilite dalle piattaforme, come quelli che presentano prodotti o servizi illegali. Questo può includere droghe o certe offerte finanziarie.
Annunci Clickbait: Questi annunci spesso ingannano gli utenti non fornendo descrizioni chiare o accurate del contenuto che promuovono. Possono catturare l'attenzione ma spesso lasciano gli utenti insoddisfatti dopo aver cliccato.
Annunci di Contenuto Sensibile: Questa categoria include annunci che trattano temi delicati, come perdita di peso, problemi finanziari o gioco d'azzardo, che possono essere dannosi per alcuni spettatori.
Gli utenti hanno segnalato un forte dispiacere per questi tipi di annunci, evidenziando la necessità di prestare attenzione a come gli annunci influenzano le loro esperienze online.
Variabilità nella Distribuzione degli Annunci
Abbiamo scoperto che gli annunci problematici non sono distribuiti equamente tra gli utenti di Facebook. Anche se questi annunci rappresentano una piccola parte del totale degli annunci visti, gruppi specifici-come gli utenti più anziani e le minoranze-erano esposti a questi annunci problematici più frequentemente rispetto ad altri. Abbiamo modellato la distribuzione di questi annunci tra diverse demografie e scoperto disparità significative.
Ad esempio, la nostra analisi ha mostrato che gli adulti più anziani incontravano più annunci di clickbait e ingannevoli rispetto agli utenti più giovani. Nel frattempo, gli utenti neri erano più propensi a vedere annunci clickbait rispetto ad altri gruppi demografici. Questo solleva la questione della responsabilità quando si tratta di targeting e consegna di questi annunci problematici.
Il Ruolo degli Inserzionisti e delle Piattaforme Pubblicitarie
Per capire chi è responsabile per la distribuzione non uniforme degli annunci problematici, abbiamo indagato come gli inserzionisti portano il loro pubblico. Gli inserzionisti usano varie opzioni di targeting per raggiungere gruppi specifici di utenti. Tuttavia, molti annunci sono anche mostrati a pubblici più ampi senza alcun criterio di targeting specifico. Questo implica che le piattaforme stesse possono contribuire alla distorsione nella consegna degli annunci.
Piattaforme come Facebook usano spesso algoritmi complessi per determinare quali annunci mostrare agli utenti in base a vari fattori, inclusi i dati degli utenti e la rilevanza degli annunci. Anche quando gli inserzionisti impostano criteri di targeting ampi, gli algoritmi possono comunque influenzare quali utenti vedono determinati annunci, portando a potenziali pregiudizi.
Risultati dai Dati di Esperienza Utente
Dopo aver analizzato i dati di esperienza utente, abbiamo identificato tendenze chiave relative agli annunci problematici:
- Una percentuale significativa di adulti più anziani e gruppi minoritari ha segnalato di vedere più annunci problematici.
- Gli algoritmi delle piattaforme pubblicitarie possono giocare un ruolo significativo nel decidere quali annunci raggiungono quali utenti, portando potenzialmente a un'esposizione aumentata per alcune popolazioni vulnerabili.
- Gli annunci categorizzati come ingannevoli o clickbait erano spesso meno graditi rispetto agli annunci neutri, suggerendo una chiara distinzione nel sentimento degli utenti.
Raccomandazioni per il Cambiamento
Per migliorare l'esperienza degli utenti con gli annunci online, suggeriamo diversi cambiamenti. Innanzitutto, le piattaforme dovrebbero affinare i loro criteri per ciò che costituisce un annuncio problematico e garantire una moderazione più robusta di questi annunci. Anche se esistono regolamenti su certi tipi di annunci, deve essere fatto di più per gli annunci che trattano temi sensibili.
In secondo luogo, le piattaforme devono anche riconsiderare i loro processi di ottimizzazione per evitare di personalizzare annunci problematici. Questo significa implementare misure che impediscano la visualizzazione di annunci dannosi agli utenti, anche se superano i controlli di moderazione iniziali.
Questi cambiamenti potrebbero portare a un'esperienza di navigazione migliore per tutti gli utenti, creando un ambiente online in cui gli annunci non contribuiscono a sentimenti o risultati negativi.
Conclusione
Il nostro studio fa luce sulla questione della pubblicità problematica, in particolare all'interno di una grande piattaforma come Facebook. Speriamo di aumentare la consapevolezza su come questi annunci possano influenzare le esperienze degli utenti e di evidenziare il ruolo che le piattaforme svolgono nella consegna di annunci agli utenti. Migliorando come gli annunci vengono categorizzati e moderati, possiamo lavorare verso un sistema pubblicitario più equo che soddisfi le esigenze di tutti gli utenti.
Questo articolo ha esplorato l'interazione complessa tra pubblicità mirata, esperienze degli utenti e la responsabilità di inserzionisti e piattaforme. Con sempre più persone che utilizzano piattaforme online, è fondamentale rimanere informati e coinvolti in discussioni sui principi dell’integrità delle pratiche pubblicitarie e sulla sicurezza degli utenti.
Titolo: Problematic Advertising and its Disparate Exposure on Facebook
Estratto: Targeted advertising remains an important part of the free web browsing experience, where advertisers' targeting and personalization algorithms together find the most relevant audience for millions of ads every day. However, given the wide use of advertising, this also enables using ads as a vehicle for problematic content, such as scams or clickbait. Recent work that explores people's sentiments toward online ads, and the impacts of these ads on people's online experiences, has found evidence that online ads can indeed be problematic. Further, there is the potential for personalization to aid the delivery of such ads, even when the advertiser targets with low specificity. In this paper, we study Facebook -- one of the internet's largest ad platforms -- and investigate key gaps in our understanding of problematic online advertising: (a) What categories of ads do people find problematic? (b) Are there disparities in the distribution of problematic ads to viewers? and if so, (c) Who is responsible -- advertisers or advertising platforms? To answer these questions, we empirically measure a diverse sample of user experiences with Facebook ads via a 3-month longitudinal panel. We categorize over 32,000 ads collected from this panel ($n=132$); and survey participants' sentiments toward their own ads to identify four categories of problematic ads. Statistically modeling the distribution of problematic ads across demographics, we find that older people and minority groups are especially likely to be shown such ads. Further, given that 22% of problematic ads had no specific targeting from advertisers, we infer that ad delivery algorithms (advertising platforms themselves) played a significant role in the biased distribution of these ads.
Autori: Muhammad Ali, Angelica Goetzen, Alan Mislove, Elissa M. Redmiles, Piotr Sapiezynski
Ultimo aggiornamento: 2023-06-09 00:00:00
Lingua: English
URL di origine: https://arxiv.org/abs/2306.06052
Fonte PDF: https://arxiv.org/pdf/2306.06052
Licenza: https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Modifiche: Questa sintesi è stata creata con l'assistenza di AI e potrebbe presentare delle imprecisioni. Per informazioni accurate, consultare i documenti originali collegati qui.
Si ringrazia arxiv per l'utilizzo della sua interoperabilità ad accesso aperto.
Link di riferimento
- https://www.census.gov/quickfacts/fact/table/US/POP010220
- https://data.census.gov/table?q=S0101&tid=ACSST5Y2020.S0101
- https://data.census.gov/table?q=S1501&tid=ACSST5Y2020.S1501
- https://www.facebook.com/terms/
- https://www.facebook.com/policies_center/ads/prohibited_content/unacceptable_business_practices
- https://transparency.fb.com/policies/ad-standards/deceptive-content/
- https://transparency.fb.com/policies/ad-standards/
- https://www.facebook.com/business/help/503640323442584?id=208060977200861
- https://transparency.fb.com/policies/ad-standards/content-specific-restrictions
- https://secartifacts.github.io/usenixsec2023/