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Sfide nella sierologia degli studi sulle malattie della fauna selvatica

Esaminando le risposte anticorpali e le loro implicazioni per interpretare le infezioni nella fauna selvatica.

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Identificare le infezioni attuali e l'esposizione passata ai germi è importante per studiare come le malattie si diffondono e colpiscono diversi animali. Sapere quale tipo di germe sta causando un'Infezione aiuta i ricercatori a capire come questi germi si muovono tra le diverse specie. Un modo comune per controllare le infezioni è tramite la sierologia, che cerca specifici anticorpi nel sangue che mostrano se un animale è stato infettato recentemente o in passato. Questo metodo è particolarmente utile per monitorare le malattie nella fauna selvatica.

Tuttavia, l'uso della sierologia ha le sue sfide. Diversi tipi di anticorpi possono reagire con più germi, rendendo difficile identificare il tipo esatto di infezione. Questo è valido per vari gruppi di germi, tra cui Leptospira, Chlamydia, Shigella, Salmonella e altri. Ci sono tre problemi principali da considerare quando si interpretano i risultati della sierologia: prima di tutto, i ricercatori spesso pensano che il germe che causa la reazione anticorpale più significativa sia quello responsabile dell'infezione. Ma vari fattori, come il tipo di animale, la sua storia immunitaria e il tempo trascorso dall'infezione, possono influenzare questi livelli di anticorpi, portando a confusione. In secondo luogo, la quantità di anticorpi trovati può suggerire quanto recente fosse l'infezione, ma il modo in cui questi livelli di anticorpi cambiano può differire a seconda del tipo di germe e della specie animale. Infine, anche se gli anticorpi sono presenti a livelli bassi, potrebbero non indicare con precisione se un particolare germe ha causato l'infezione, poiché potrebbero provenire anche da altri germi.

Nonostante queste sfide, la sierologia è stata usata per classificare alcuni germi principali, come Leptospira, che causa una malattia nota come leptospirosi. In passato, i ricercatori classificavano Leptospira in base a come reagiva agli anticorpi. Recentemente, i metodi genetici hanno mostrato che queste classificazioni non sempre corrispondono alle specie effettive del germe, rendendo difficile identificare il tipo giusto basandosi esclusivamente sui test del sangue. Anche se le nuove tecniche genetiche hanno migliorato l'identificazione senza bisogno di colture, possono essere costose e richiedere abilità speciali, motivo per cui la sierologia è ancora ampiamente usata.

Un test di sierologia comune è il test di agglutinazione microscopica (MAT). Questo test mescola il siero del sangue diluito con batteri vivi e cerca grumi, il che indica che gli anticorpi presenti nel siero stanno reagendo con i batteri. Per Leptospira, il MAT di solito utilizza alcuni tipi di batteri coltivati. La scelta dei batteri dipende da ciò che si sa essere presente nella zona e tra gli animali testati. Tuttavia, gli anticorpi prodotti contro un tipo di Leptospira possono spesso reagire con altri, portando a risultati positivi per più tipi. In alcuni casi, la risposta più forte può essere contro un tipo che non sta infettando attualmente l'animale, aumentando la confusione.

A differenza di molti altri test, il MAT non necessita di reagenti specifici per diversi animali, rendendo più facile confrontare i risultati tra diverse specie. Questo può aiutare a chiarire se un'infezione in vari animali proviene da un germe comune o da più germi circolanti contemporaneamente. Tuttavia, il modo in cui diverse specie reagiscono nel MAT non è ancora stato studiato a fondo.

Molti studi che esaminano la leptospirosi si basano sui dati del MAT a causa del suo basso costo e della facilità d'uso. Anche se il MAT è spesso visto come poco affidabile per determinare il ceppo esatto di un germe a causa della reattività incrociata, è frequentemente l'unica fonte di informazioni disponibile, specialmente nelle popolazioni di fauna selvatica. Pertanto, i ricercatori lo usano spesso per stimare il germe infettante. Alcuni credono persino che il livello di anticorpi possa aiutare a determinare quanto recente fosse un'infezione. La comunità scientifica sta esortando cautela nell'interpretare i risultati del MAT, suggerendo che i dati dovrebbero essere visti solo come un'indicazione approssimativa del tipo di germe e non come un'identificazione precisa.

Panoramica dello studio

In questo studio, ci concentriamo su un ecosistema unico dove un tipo specifico di Leptospira (L. interrogans serovar Pomona) è presente in tre diverse specie animali: foche californiane, volpi delle isole e donnole maculate delle isole. Il nostro obiettivo è verificare se i risultati del MAT siano affidabili per comprendere i processi delle malattie. Guardiamo in particolare a come interpretare i livelli anticorpali più alti come riflessivi del germe infettante e come questi livelli possano indicare quanto tempo fa sia avvenuta un'infezione. Esaminiamo anche come la specie animale e i processi di laboratorio potrebbero influenzare i risultati.

Raccolta dei campioni

Abbiamo raccolto campioni di sangue da foche californiane, volpi delle isole e donnole maculate delle isole che sono state confermate come infette da L. interrogans serovar Pomona. I campioni delle foche provenivano da 137 animali che erano stati trovati sulla costa californiana nel corso degli anni, con la maggior parte di loro diagnosticati con leptospirosi acuta basata su segni clinici e ulteriori test. I campioni di volpi e donnole sono stati raccolti come parte di un programma di monitoraggio in California, dove i ricercatori hanno catturato questi animali per studiarne la salute.

Considerazioni etiche

Tutti i campioni sono stati raccolti seguendo linee guida etiche stabilite dalle autorità competenti, assicurando che il benessere degli animali fosse prioritario. Sono stati ottenuti vari permessi e le modalità di raccolta sono state approvate da comitati di revisione, aderendo agli standard nazionali per la cura degli animali.

Analisi dei campioni

Tutti gli animali coinvolti in questo studio hanno avuto test positivi che confermavano la presenza di DNA di Leptospira, stabilendo che erano realmente infetti. Per il MAT, i campioni di siero sono stati testati contro un pannello di cinque serovari di Leptospira. I risultati sono stati registrati e successivamente trasformati per una più facile interpretazione.

Analisi dei dati

Ci siamo concentrati sull'analizzare i modelli di reazione degli anticorpi tra le diverse specie ospiti. Per la nostra analisi principale, abbiamo incluso solo quegli animali che avevano confermato infezioni. Abbiamo esplorato come i livelli di anticorpi variano tra le tre specie e confrontato i risultati attraverso diversi laboratori.

Risultati

I nostri risultati hanno mostrato chiari modelli di reattività incrociata tra le tre specie animali testate. Nonostante tutti fossero infetti dallo stesso tipo di Leptospira, i livelli di anticorpi differivano significativamente tra le specie. La maggior parte delle foche e delle donnole aveva i livelli di anticorpi più alti contro il serovar Pomona, mentre le volpi spesso avevano livelli più alti contro il serovar Autumnalis, il che complica l'identificazione del germe infettante.

Discussione

Questi risultati indicano che i livelli di anticorpi più alti non sempre corrispondono al tipo di germe infettante. Questa scoperta è cruciale perché può portare a confusione e interpretazioni errate negli studi sulle malattie. Solleva anche interrogativi su come le risposte immunitarie variano tra diversi animali e come questo possa influenzare la nostra comprensione della dinamica delle infezioni nella fauna selvatica.

Lezioni apprese

Sono emerse diverse lezioni importanti dalla nostra analisi:

  1. Il titer più alto potrebbe non indicare il germe infettante: Il nostro studio ha chiaramente dimostrato che il germe che ha suscitato la risposta immunitaria più forte potrebbe non essere quello che causa l'infezione. Questo sfida l'assunzione che il livello di anticorpi più alto rappresenti sempre il ceppo infettante.

  2. Cautela con i risultati negativi: La mancanza di anticorpi rilevabili contro un germe specifico non lo esclude come causa dell'infezione. Questo è cruciale quando si interpretano i dati sierologici, poiché potrebbe portare a una errata identificazione o trascurare infezioni.

  3. Differenze tra le specie: Le risposte immunitarie, come riflesso nei livelli di anticorpi, possono variare significativamente tra le diverse specie animali. Questa variabilità può complicare le interpretazioni dei risultati sierologici e le loro implicazioni per la gestione delle malattie.

  4. Differenze di laboratorio: I risultati possono variare ampiamente tra laboratori anche quando si testano gli stessi campioni. Questa variazione sottolinea la necessità di coerenza nelle metodologie di test e cautela quando si confrontano i risultati in ambienti diversi.

Implicazioni per la ricerca futura

La nostra ricerca evidenzia la necessità di una interpretazione attenta dei dati sierologici, specialmente quando si tratta di inferire dettagli sulle infezioni dai livelli di anticorpi. Poiché la sierologia rimane uno strumento essenziale nel monitoraggio delle malattie, capire i fattori sottostanti che influenzano le risposte immunitarie è vitale. Studi futuri potrebbero beneficiare di un'indagine più approfondita su come varie specie reagiscono alle stesse infezioni e come le pratiche di laboratorio influenzano i risultati.

Inoltre, man mano che i metodi di test genetico diventano più accessibili, potrebbero offrire spunti più chiari per identificare i ceppi specifici coinvolti nelle infezioni. Questa combinazione di dati sierologici con informazioni genetiche potrebbe migliorare notevolmente la nostra comprensione delle dinamiche delle malattie nella fauna selvatica.

Conclusione

Questo studio rinforza l'importanza di essere cauti quando si interpretano i risultati della sierologia negli studi sulla fauna selvatica. I modelli di risposta anticorpale osservati suggeriscono che più fattori, tra cui la specie animale e le pratiche di laboratorio, possono influenzare significativamente i risultati. Man mano che si impara di più su queste dinamiche, i ricercatori e i funzionari della salute possono applicare queste intuizioni per migliorare le strategie di gestione delle malattie e comprendere meglio l'epidemiologia delle malattie infettive nelle popolazioni di fauna selvatica.

Fonte originale

Titolo: Navigating cross-reactivity and host species effects in a serological assay: A case study of the microscopic agglutination test for Leptospira serology

Estratto: BackgroundSerology (the detection of antibodies formed by the host against an infecting pathogen) is frequently used to assess current infections and past exposure to specific pathogens. However, the presence of cross-reactivity among host antibodies in serological data makes it challenging to interpret the patterns and draw reliable conclusions about the infecting pathogen or strain. Methodology/Principal FindingsIn our study, we use microscopic agglutination test (MAT) serological data from three host species [California sea lion (Zalophus californianus), island fox (Urocyon littoralis), and island spotted skunk (Spilogale gracilis)] with confirmed infections to assess differences in cross-reactivity by host species and diagnostic laboratory. All host species are known to be infected with the same serovar of Leptospira interrogans. We find that absolute and relative antibody titer magnitudes vary systematically across host species and diagnostic laboratories. Despite being infected by the same Leptospira serovar, three host species exhibit different cross-reactivity profiles to a 5-serovar diagnostic panel. We also observe that the cross-reactive antibody titer against a non-infecting serovar can remain detectable after the antibody titer against the infecting serovar declines below detectable levels. Conclusions/SignificanceCross-reactivity in serological data makes interpretation difficult and can lead to common pitfalls. Our results show that the highest antibody titer is not a reliable indicator of infecting serovar and highlight an intriguing role of host species in shaping reactivity patterns. On the other side, seronegativity against a given serovar does not rule out that serovar as the cause of infection. We show that titer magnitudes can be influenced by both host species and diagnostic laboratory, indicating that efforts to interpret absolute titer levels (e.g., as indicators of recent infection) must be calibrated to the system under study. Thus, we implore scientists and health officials using serological data for surveillance to interpret the data with caution. AUTHOR SUMMARYSerology is frequently used for disease surveillance, especially in systems that are resource constrained or logistically challenging. Serological testing involves analyzing blood serum samples to detect antibodies with reactivity toward specific pathogens (or more generally, molecular antigens), with the goal of characterizing past exposure to those pathogens. However, these antibodies can be non-specific and may react against other related pathogens or strains - a phenomenon known as cross-reactivity. Interpretation of serological data exhibiting cross-reactivity is difficult and simplifying assumptions are often made (e.g., to interpret the strain that elicits the highest antibody titer level as the infecting pathogen strain). Our work shows that interpreting antibody data requires more nuance and more caution. Both absolute titer levels and relative reactivity against different strains can vary across host species and diagnostic laboratories, so it is essential to interpret these data in the appropriate context. These host species differences in antibody reactivity and cross-reactivity patterns make direct comparisons across species inadvisable.

Autori: Riley O Mummah, A. C. R. Gomez, A. H. Guglielmino, B. Borremans, R. L. Galloway, K. C. Prager, J. O. Lloyd-Smith

Ultimo aggiornamento: 2024-06-13 00:00:00

Lingua: English

URL di origine: https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2024.03.05.583452

Fonte PDF: https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2024.03.05.583452.full.pdf

Licenza: https://creativecommons.org/publicdomain/zero/1.0/

Modifiche: Questa sintesi è stata creata con l'assistenza di AI e potrebbe presentare delle imprecisioni. Per informazioni accurate, consultare i documenti originali collegati qui.

Si ringrazia biorxiv per l'utilizzo della sua interoperabilità ad accesso aperto.

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