Ripensare la razza nell'atletica
Esaminando come la cultura e l'ambiente influenzano le prestazioni atletiche oltre la genetica.
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I successi degli atleti africani nelle competizioni globali hanno spesso acceso discussioni nel mondo dello sport e negli studi sociali. Negli anni '90, si era diffusa l'idea che le persone dell'Africa occidentale avessero vantaggi naturali nello sprint, mentre quelle dell'Africa settentrionale, meridionale ed orientale eccellevano nelle distanze più lunghe. Questa convinzione è stata alimentata dall'entusiasmo per le future ricerche genetiche che avrebbero dovuto chiarire queste differenze nelle abilità atletiche.
In questo articolo, esploriamo questa idea alla luce delle ultime ricerche genetiche e dei record di performance degli ultimi vent'anni (2004-2023). Analizzando i record negli eventi di sprint, in particolare il 100m, possiamo vedere cambiamenti significativi. Ad esempio, la Giamaica è emersa come nazione leader nello sprint, mentre gli sprinter sudafricani e dell'Asia orientale hanno guadagnato riconoscimenti. Questo mette in discussione le convinzioni precedenti su razza e corsa.
Il 100m Sprint: Tendenze in Evoluzione
Il 100m è stato a lungo considerato un indicatore chiave di velocità. Negli ultimi due decenni, si è osservato un cambiamento significativo tra gli atleti che stabilivano record. Prima del 2004, circa il 95% degli atleti di elite (eccetto un paio con background diversi) erano dall'Africa occidentale. Tuttavia, da allora, il panorama è cambiato drasticamente.
Gli atleti giamaicani dominano ora la scena dello sprint, con la loro presenza negli eventi principali aumentata di dieci volte. Inoltre, sprinter senza recenti radici dell'Africa occidentale hanno anche iniziato a battere record in vari eventi di sprint. Questo schema suggerisce che fattori al di là della genetica giocano un ruolo essenziale nel successo nello sprint.
L'Ascesa di Altri Atleti
Un aspetto notevole delle recenti prestazioni atletiche è il successo degli atleti dell'Africa meridionale e dell'Asia orientale. Ad esempio, l'attuale detentore del record africano nei 100m è del Kenya, mentre gli atleti sudafricani stanno facendo significativi progressi. L'emergere di questi atleti contraddice la credenza precedente che solo gli africani occidentali potessero eccellere nello sprint.
In particolare, anche gli sprinter asiatici hanno iniziato a rompere le barriere. Dal 2017, diversi atleti dell'Asia orientale hanno corso sotto i dieci secondi nel 100m. Negli eventi di staffetta globali, le squadre di Giappone e Cina hanno raccolto medaglie a un ritmo impressionante. Questi sviluppi mostrano chiaramente che il talento atletico è diversificato e non è confinate a nessun singolo gruppo razziale o etnico.
L'Importanza dell'Ambiente e della Cultura
Sebbene la genetica possa giocare un ruolo nelle prestazioni atletiche, concentrarsi solo su questo aspetto ignora importanti influenze ambientali e culturali. Ad esempio, l'alto tasso di successo tra gli sprinter giamaicani è spesso attribuito alla loro cultura, che dà un enorme valore alle competizioni di atletica leggera. C'è un grande investimento in infrastrutture sportive e allenamento nei Caraibi, portando allo sviluppo di numerosi atleti di classe mondiale.
Inoltre, il contesto in cui gli atleti si allenano e competono può influenzare notevolmente le loro prestazioni. La motivazione al successo, la presenza di buoni allenatori e una comunità di supporto possono creare condizioni per l'eccellenza atletica. Quando esaminiamo da vicino i record di performance, emerge un chiaro schema. I successi spesso provengono da ambienti che danno priorità allo sport e forniscono le risorse necessarie per lo sviluppo.
Il Ruolo della Competizione
L'impatto della competizione sulle prestazioni è un altro aspetto che merita attenzione. Negli eventi di corsa, la presenza di avversari può effettivamente migliorare le prestazioni di un atleta. Gli studi rivelano che gli atleti tendono a correre più veloci quando gareggiano contro concorrenti forti, specialmente se hanno già stabilito record personali in situazioni simili.
Ad esempio, nel 100m, gli atleti di elite tendono a correre più lentamente nelle batterie preliminari ma mantengono velocità simili durante le finali. Questo suggerisce un aspetto psicologico: sapere di competere contro atleti di alto calibro può ispirarli a dare il massimo.
Negli eventi più lunghi come il 1500m, l'influenza di un atleta "coniglio" - qualcuno che mantiene il ritmo prima di farsi da parte - può anche migliorare le prestazioni degli atleti dietro. Questa tattica dimostra che, mentre le abilità fisiche contano, il gioco mentale e psicologico gioca un ruolo cruciale nel raggiungere prestazioni atletiche di picco.
Analizzare le Prestazioni nel Tempo
Nel corso degli anni, le prestazioni degli atleti britannici di mezzofondo hanno illustrato anche come le percezioni attorno alla razza possano influenzare il successo. Negli anni '80, gli atleti britannici dominavano eventi come il 1500m, ma le loro prestazioni sono diminuite nei decenni successivi. Molti hanno attribuito questo declino a una presunta disparità genetica rispetto agli atleti africani.
Tuttavia, questa prospettiva tende a ignorare i fattori sostanziali di allenamento, ambiente e competizione. Negli ultimi anni, gli atleti britannici hanno iniziato a riacquistare il loro vantaggio competitivo, suggerendo che cambiamenti nella mentalità, nella strategia e nell'allenamento potrebbero spiegare i loro successi piuttosto che vantaggi genetici intrinseci.
Il Quadro Psicosociale
Alla luce delle evidenze raccolte, possiamo proporre un nuovo modo di pensare alla razza e alla corsa. Questo quadro evidenzia come le Credenze culturali e le dinamiche sociali si intrecciano con le prestazioni atletiche. Le interazioni tra le percezioni della razza e gli stati mentali degli atleti possono avere forti effetti sui risultati delle corse.
L'idea che gli aspetti culturali, piuttosto che i fattori genetici da soli, plasmino il successo ora risalta. Ad esempio, come gli atleti vedono se stessi e i loro concorrenti gioca un ruolo significativo nel plasmare le loro prestazioni. Quando si tratta di sprint, il forte valore culturale attribuito al raggiungimento dell'eccellenza può spingere gli individui a performare oltre le loro limitazioni.
Gli atleti spesso traggono ispirazione dai loro coetanei e dalle eredità dei campioni passati. Questo tipo di motivazione può creare un ciclo positivo che porta a prestazioni migliorate. Quando gli atleti vedono altri battere record e raggiungere la grandezza, possono sforzarsi inconsciamente di fare lo stesso.
Conclusione: Andare Oltre la Razza
In conclusione, il panorama dell'atletica rivela un complesso intreccio di genetica, ambiente, cultura e psicologia. Analizzando i successi di atleti provenienti da diversi contesti, diventa chiaro che nessun singolo fattore può spiegare le prestazioni.
L'emergere di atleti da regioni e background diversi sfida l'idea che specifici gruppi razziali abbiano il monopolio sulla velocità o sulla resistenza. Invece, il quadro che abbiamo esplorato evidenzia l'importanza dei contesti culturali, dello spirito competitivo e della forza mentale nel raggiungere l'eccellenza nella corsa.
Il viaggio per comprendere la razza nell'atletica continua. Riconoscere le influenze diverse sulle prestazioni può aiutare a rimodellare il modo in cui vediamo gli atleti e i loro successi. Concentrandoci sul quadro più ampio, possiamo promuovere un ambiente più inclusivo ed equo nello sport che celebri i talenti diversi provenienti da ogni ceto sociale.
Titolo: Revisiting Stereotypes: Race and Running
Estratto: The athletic achievements of African athletes in global running championships have long been subject to scientific and sociological inquiry. During the 1990s, a popular narrative emerged, suggesting that West African lineage conferred inherent sprinting advantages, and that North, South and East African's are specialized for longer distances. Part and parcel to this narrative was the enthusiastic belief that it would very soon be substantiated by a genotyping revolution that would enable prognostication of individual athletic potential. We revisit this hypothesis in the post-genomic era. First, we compare the global running records used to generate the racialist hypotheses with performances over the last twenty years (2004- 2023). Focusing on the 100m reveals intriguing trends, including the ascendancy of Jamaica as a sprint powerhouse and the elevation of South African and East Asian sprinters to the global stage, a direct challenge to the racialist paradigm. In line with an in-depth analysis of the influences on elite runners, we build a regression model to predict 100m performance based on environmental and psychological factors. Next, we direct our attention to 1500m, where the last two British champions have been part of a European resurgence that has not been seen in decades. Examining three different time periods, we identify a thirty year national slowdown (1989-2018). Adapting our model to this time period reveals striking evidence that racial perception has greater impact on performance than racial physiology. Synthesizing these findings, we introduce a psychocultural hypothesis, positing that interactions between racial perceptions and social dynamics shape the global distribution of running performance. We contrast this hypothesis with the racialist paradigm and propose extending it beyond sport where it offers insight across many domains.
Autori: Tade Souaiaia, Nabie Fofanah, Rawle DeLisle, Sheena Mason
Ultimo aggiornamento: 2024-03-03 00:00:00
Lingua: English
URL di origine: https://arxiv.org/abs/2403.02358
Fonte PDF: https://arxiv.org/pdf/2403.02358
Licenza: https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
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