Arbovirus in Kenya: Una Preoccupazione Crescente
Il Kenya sta affrontando rischi crescenti dagli arbovirus, sottolineando la necessità di un miglioramento della sorveglianza.
Lynn J Kirwa, H. M. Abkallo, R. Nyamota, E. Kiprono, D. Muloi, J. Akoko, J. S. Lord, B. Bett
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Indice
Le malattie trasmesse da vettori, che si diffondono tramite insetti e altri animali, costituiscono circa il 17% delle malattie infettive globali e causano oltre 700.000 morti ogni anno. Tra queste malattie, i virus trasmessi dagli insetti, conosciuti come arbovirus, hanno un ruolo significativo. Ad esempio, il solo virus del Dengue ha causato circa 6,5 milioni di infezioni e oltre 7.300 decessi nel 2023. Complicazioni gravi da questi virus, come la sindrome da shock dengue e le disabilità a lungo termine da Chikungunya, sono preoccupazioni sempre più crescenti. Il cambiamento climatico e l'urbanizzazione probabilmente aggraveranno la situazione, rendendo fondamentale migliorare la ricerca e la gestione degli arbovirus.
In risposta a questa esigenza urgente, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha avviato l'Iniziativa Globale sugli Arbovirus (GAI). Questo programma mira a unire paesi e vari settori per migliorare il monitoraggio, la prevenzione e il controllo di queste malattie. Un focus chiave della GAI è sviluppare un forte sistema di Sorveglianza che utilizzi dati attuali e passati per identificare aree a rischio.
Arbovirus in Kenya
Il Kenya, come molte nazioni tropicali, è a rischio di arbovirus a causa del suo clima favorevole che supporta una varietà di insetti che trasmettono questi virus. Alcuni arbovirus comuni nel paese includono dengue, chikungunya e febbre gialla. Il Kenya condivide confini con nazioni che affrontano focolai ricorrenti, il che aumenta le probabilità che queste malattie entrino nel paese.
Nonostante i rischi e il crescente onere causato dalle malattie trasmesse da vettori, il Kenya attualmente non ha un sistema completo per monitorare l'attività arbovirale. Gli sforzi di sorveglianza sono spesso reattivi, concentrandosi su focolai anziché su un monitoraggio continuo, il che significa che molte regioni potrebbero essere trascurate. Di conseguenza, c'è una maggiore possibilità di diffusione non notata del virus, mettendo a rischio le popolazioni vulnerabili.
Per affrontare questo problema, è urgentemente necessario un approfondito assessment della prevalenza di questi virus in Kenya. Rivisitando la ricerca esistente, abbiamo cercato di compilare e analizzare dati sull'esposizione di esseri umani, bestiame e fauna selvatica agli arbovirus in Kenya.
Processo di Ricerca
Abbiamo registrato in anticipo il nostro piano di ricerca e seguito le linee guida per le revisioni sistematiche. Abbiamo condotto una ricerca esaustiva in vari database scientifici per studi sugli arbovirus in Kenya. I nostri criteri includevano studi che misurano la presenza di anticorpi o identificano virus tramite test di laboratorio. Abbiamo escluso studi condotti al di fuori del Kenya e altri documenti non di ricerca.
Dopo aver rimosso le voci duplicate, abbiamo esaminato migliaia di studi e selezionato un numero che soddisfacesse i nostri criteri per un'analisi più approfondita. È stata effettuata anche una valutazione approfondita della qualità di questi studi per garantire la loro affidabilità.
Risultati sull'Esposizione agli Arbovirus
I risultati della nostra analisi hanno rivelato scoperte significative riguardo alla prevalenza di diversi arbovirus in Kenya. Su tutti gli studi esaminati, una grande parte riportava sul Virus della febbre del Rift Valley (RVFV), seguito dal virus del dengue (DENV) e dal virus chikungunya (CHIKV). Gli studi si sono prevalentemente concentrati sulle popolazioni umane, ma alcuni includevano anche bestiame e fauna selvatica.
Tra gli studi umani, molti hanno campionato persone apparentemente sane, mentre altri si sono concentrati su pazienti con febbre. La maggior parte degli studi erano di natura osservazionale. La distribuzione geografica degli studi mostrava una concentrazione in aree note per un rischio più elevato, indicando la necessità di sforzi di sorveglianza più ampi in regioni meno studiate.
Stime di Prevalenza Pooled
Per il RVFV, abbiamo trovato una prevalenza pooled di circa il 7% negli esseri umani, con un ampio range che va da nessun caso fino a 40% in alcune località. Nel bestiame, la prevalenza stimata era del 10%, con variazioni tra diverse regioni. La fauna selvatica ha presentato la più alta sieroprevalenza al 16%, indicativa di un'esposizione significativa tra le specie.
Il virus del dengue aveva una prevalenza pooled del 6% tra gli esseri umani, con frequenze notevoli in contee specifiche. Il virus chikungunya mostrava una prevalenza simile di circa il 10%, mentre il virus della febbre gialla era presente a una prevalenza molto più bassa, intorno al 5%. La presenza di questi virus sia nelle popolazioni umane che animali sottolinea l'interconnessione della salute tra le specie.
Fattori che Contribuiscono alla Diffusione del Virus
Una varietà di fattori contribuisce al rischio di trasmissione degli arbovirus in Kenya. La presenza di vettori insetti adatti, insieme a frequenti interazioni tra bestiame e fauna selvatica, aumenta la possibilità che questi virus si trasferiscano nelle popolazioni umane.
L'urbanizzazione e i cambiamenti ambientali, come la deforestazione e i cambiamenti nell'uso del suolo, aumentano ulteriormente i rischi di esposizione. La rapida crescita delle città e la scarsa igiene creano condizioni favorevoli per la proliferazione di insetti portatori di malattie, innalzando la minaccia di focolai.
Inoltre, ci si aspetta che il cambiamento climatico alteri i modelli meteorologici, impattando il comportamento e la distribuzione degli insetti che diffondono questi virus. Con l'aumento delle temperature e il cambiamento dei modelli di pioggia, aree precedentemente non interessate potrebbero sperimentare nuovi focolai.
Importanza della Sorveglianza e del Controllo
Per gestire efficacemente le minacce arbovirali in Kenya, è essenziale migliorare i sistemi di sorveglianza. Gli attuali sforzi si basano spesso su segnalazioni passive, che possono perdere casi e ritardare le risposte. È necessaria un'approccio proattivo, incluso un miglior monitoraggio delle popolazioni di insetti e l'utilizzo di sistemi informativi geografici per mappare i rischi.
La gestione integrata dei vettori dovrebbe essere anche una priorità. I metodi esistenti per il controllo della malaria possono essere adattati per la gestione degli arbovirus. Questo richiede ulteriore finanziamento e collaborazione tra i settori per garantire che le risorse vengano utilizzate in modo efficiente.
Inoltre, educare le comunità sulle strategie di prevenzione, migliorare le diagnosi e promuovere la ricerca sulle co-infezioni sono componenti vitali di una risposta comprensiva alle malattie arbovirali.
Direzioni Future
I sistemi sanitari nazionali del Kenya devono allinearsi con le iniziative globali per migliorare la gestione delle malattie arbovirali. Sforzi collaborativi tra paesi vicini e organizzazioni regionali possono migliorare le capacità di risposta e fornire dati preziosi.
In generale, le prove indicano un rischio persistente di trasmissione di arbovirus in Kenya, un rischio che probabilmente crescerà a causa dei cambiamenti ambientali e sociali. Rafforzando il monitoraggio, imponendo interventi efficaci e promuovendo sforzi cooperativi, il Kenya può affrontare meglio le sfide poste da queste malattie e lavorare per proteggere la salute pubblica.
Titolo: Arboviruses in Kenya: A Systematic Review and Meta-analysis of Prevalence
Estratto: Arboviruses cause >700,000 human deaths annually, with Rift Valley fever (RFV), yellow fever (YF), chikungunya, and dengue outbreaks posing major public health and economic challenges in East Africa. Yet, no comprehensive studies have consolidated Kenyas historical arboviral data to support risk assessment and inform control strategies. We registered this review in PROSPERO (CRD42023407963) and searched Web of Science, PubMed, and Global Health databases for observational articles reporting prevalence from the three main arboviral families from inception until 15th March 2023. We pooled the IgG prevalence of arboviruses using a random-effects meta-analysis with a generalised linear mixed-effects model. Heterogeneity was assessed and quantified using Cochrans Q and I2 statistics and 95% prediction intervals estimated. We included 65 articles (246 datapoints; 14 arboviruses) in our analysis. The pooled IgG prevalence of RVF was 16% (95% CI: 11-24%; I{superscript 2}=70%) in wildlife, 10% (95% CI: 8-13%; I{superscript 2}=90%) in livestock, and 7% (95% CI: 4-11%; I{superscript 2}=98%) in humans, with consistently high rates observed in Garissa and Tana River counties. Among Aedes-borne viruses, chikungunya showed the highest prevalence (10%; 95% CI: 4-24%; I{superscript 2}=99%), followed by dengue (6%; 95% CI: 3-11%; I{superscript 2}=98%) and YF (5%; 95% CI: 2-11%; I{superscript 2}=97%), with the highest prevalence in Busia and Kwale. West Nile virus prevalence in humans was also estimated at 9% (95% CI: 5-14%; I{superscript 2}=93%). Overall, the Coast, Western, and Rift Valley regions were the most affected. Multiple arboviruses have historically circulated Kenya, and with the increasing pressures of climate change, urbanization, and global connectivity, the risk of outbreaks, particularly from Aedes-borne viruses, is escalating. Proactive, sustained surveillance as well as integrated public health strategies through a One Health lens are needed to mitigate these threats and protect vulnerable populations. Author SummaryInfections like Rift Valley fever, dengue, chikungunya, yellow fever, and West Nile virus are major neglected tropical diseases that pose significant public health threats both in Kenya and globally. Given the conducive conditions in Kenya and the absence of a comprehensive routine surveillance system, many areas remain under-monitored, increasing the risk of undetected transmission and delayed responses, which leaves vulnerable populations at greater risk. It is therefore imperative to conduct a thorough assessment of baseline prevalence for these diseases through a systematic review and meta-analysis that consolidates and analyses existing evidence for improved public health planning. Our study provides a detailed review of historical IgG prevalence data for 14 of these diseases in Kenya, illustrating their long-standing circulation in human, livestock, and wildlife populations, as well as the heightened risk of outbreaks driven by climate change and urbanization. We emphasize the urgent need for ongoing surveillance and integrated public health strategies tailored to Kenyas unique context, such as those supported by the GAI initiative, to effectively protect vulnerable populations from future outbreaks, nationally and regionally.
Autori: Lynn J Kirwa, H. M. Abkallo, R. Nyamota, E. Kiprono, D. Muloi, J. Akoko, J. S. Lord, B. Bett
Ultimo aggiornamento: 2024-10-18 00:00:00
Lingua: English
URL di origine: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2024.10.17.24315511
Fonte PDF: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2024.10.17.24315511.full.pdf
Licenza: https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
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