Nuovo studio mette in dubbio il ruolo della vitamina D nella perdita di peso
La ricerca suggerisce che la vitamina D potrebbe non aiutare a perdere peso come si pensava prima.
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Oggi quasi 2 miliardi di adulti sono considerati sovrappeso e più di 650 milioni sono classificati come obesi. L'Obesità è legata a diversi problemi di salute, come il diabete di tipo 2, le malattie cardiache e problemi articolari. Per questo è fondamentale trovare modi per gestire e ridurre l'obesità, che spesso è difficile da affrontare solo con cambiamenti nello stile di vita.
Un'area di Ricerca interessante guarda al legame tra i livelli di Vitamina D e il Peso corporeo. Alcuni studi suggeriscono che le persone con livelli più alti di vitamina D tendono ad avere un peso corporeo più basso e meno problemi di salute legati all'obesità. Questo solleva la domanda: aumentare i livelli di vitamina D può aiutare a ridurre il peso corporeo? Tuttavia, gli studi tradizionali spesso faticano a determinare se la vitamina D causa realmente perdita di peso o se ci sono altri fattori in gioco.
Il concetto di randomizzazione mendeliana
Per indagare il legame tra vitamina D e peso corporeo, i ricercatori usano un metodo chiamato randomizzazione mendeliana. Questo approccio utilizza variazioni genetiche note per influenzare i livelli di vitamina D come strumenti per studiare se questi livelli possano influenzare il peso corporeo. Il metodo si basa su tre regole importanti:
- Le variazioni genetiche devono essere chiaramente correlate ai livelli di vitamina D.
- Non ci devono essere fattori non notati che collegano le variazioni genetiche al peso corporeo.
- Le variazioni genetiche non devono influenzare direttamente il peso corporeo in modi non legati ai livelli di vitamina D.
Le variazioni genetiche sono ereditarie, il che aiuta a ridurre i bias che potrebbero derivare dalle differenze nello stile di vita o dagli effetti inversi. Poiché circa la metà delle differenze nei livelli di vitamina D possono essere collegate alla genetica, questo metodo sembra promettente per studiare la relazione causale.
Obiettivi dello studio e ricerche precedenti
L'obiettivo di questo studio è stimare come i livelli di vitamina D influenzano il peso corporeo usando questi strumenti genetici. Ricerche precedenti che utilizzavano un numero limitato di variazioni genetiche non hanno trovato evidenze forti che la vitamina D riduca il peso corporeo. Questo studio più vecchio aveva un campione più piccolo e non includeva molte variazioni genetiche. Gli studi attuali utilizzano dati genetici più completi per rendere i risultati più affidabili.
Un recente studio ampio ha identificato 69 variazioni genetiche separate associate alla vitamina D, che possono essere utilizzate nella ricerca. Insieme a ciò, uno studio completo sul peso corporeo fornisce una fonte di dati più ricca per l'analisi. Utilizzando una gamma più ampia di strumenti genetici, i ricercatori sperano di capire se la vitamina D possa davvero aiutare a gestire il peso.
Raccolta dei dati e progettazione dello studio
Per questo studio, i dati provenivano da un ampio gruppo di individui di origine europea. I ricercatori hanno preso variazioni genetiche collegate alla vitamina D e hanno controllato come queste variazioni si relazionavano al peso in studi separati. Si sono concentrati sui legami genetici più forti con la vitamina D e poi hanno esaminato le loro relazioni con il peso corporeo.
I ricercatori hanno utilizzato un metodo chiamato ponderazione per varianza inversa per analizzare questi dati. Hanno anche testato se gli strumenti genetici che stavano usando fossero abbastanza robusti da non influenzare i risultati che stavano studiando. Sono stati applicati diversi metodi per garantire che questi risultati fossero robusti contro potenziali bias dalle variazioni.
Risultati chiave
L'analisi non ha mostrato alcuna chiara connessione tra vitamina D e peso corporeo. Un aumento dei livelli di vitamina D non sembrava causare un cambiamento significativo nel peso corporeo. Alcuni metodi suggerivano un effetto molto lieve, ma nel complesso le evidenze non supportavano l'idea che aumentare la vitamina D impatti direttamente sul peso corporeo.
L'analisi è andata più a fondo esaminando ciascuna Variazione Genetica singolarmente, confermando che alcune mostrano collegamenti potenziali ai cambiamenti di peso. Tuttavia, questi non erano abbastanza forti da trarre conclusioni definitive.
Curiosamente, quando i ricercatori hanno esaminato l'effetto inverso-come il peso corporeo potrebbe influenzare i livelli di vitamina D-hanno trovato risultati più promettenti. Sembrava che un peso corporeo più alto portasse a livelli più bassi di vitamina D, suggerendo che l'osservazione comune di bassa vitamina D negli individui obesi potrebbe in realtà essere dovuta all'obesità e non viceversa.
Implicazioni e prossimi passi
Con il più ampio set di dati disponibile e una metodologia solida, questo studio suggerisce che focalizzarsi sulla vitamina D come strategia per la gestione del peso potrebbe non essere efficace. I risultati mostrano che piuttosto che la vitamina D causare perdita di peso, è probabile che il peso corporeo eccessivo influenzi i livelli di vitamina D.
I risultati sollevano anche interrogativi sulle ricerche precedenti che collegano la vitamina D al controllo del peso. Anche se molti studi hanno trovato un'associazione, questa ricerca punta verso una causalità inversa-che essere sovrappeso potrebbe portare a livelli più bassi di vitamina D piuttosto che il contrario.
Limitazioni dello studio
Anche se lo studio è ampio, ha comunque delle limitazioni. La maggior parte dei dati proviene da una popolazione di bianchi europei, rendendo incerto se questi risultati si applichino ad altri gruppi. Popolazioni diverse potrebbero sperimentare effetti variabili, quindi ulteriori ricerche sono necessarie per confermare questi risultati in gruppi diversi.
Inoltre, lo studio ha esaminato solo effetti medi e non ha potuto tenere conto di potenziali effetti non lineari, il che potrebbe limitare la generalizzabilità dei risultati. Se la relazione tra vitamina D e peso corporeo differisce a livelli variabili di vitamina D, i risultati potrebbero non applicarsi universalmente.
Conclusione
In conclusione, questo studio fornisce importanti informazioni sul rapporto tra i livelli di vitamina D e il peso corporeo. Le evidenze suggeriscono che la convinzione comune che aumentare la vitamina D possa aiutare a ridurre l'obesità potrebbe non essere vera. Invece, sembra che essere sovrappeso possa abbassare i livelli di vitamina D. Man mano che i ricercatori continuano a esplorare quest'area, dovranno considerare popolazioni diverse e vari fattori che potrebbero influenzare questi risultati. Alla fine, questo può cambiare il modo in cui vediamo la vitamina D in relazione al peso corporeo e alla salute.
Titolo: Estimating the effect of circulating vitamin D on body mass index: a Mendelian randomization study
Estratto: BackgroundNumerous observational studies have shown an association between higher circulating 25 hydroxyvitamin D (vitamin D) and lower body mass index (BMI). Whether this represents a causal effect remains unclear. Mendelian randomization (MR) is an approach to causal inference that uses genetic variants as instrumental variables to estimate the effect of exposures on outcomes of interest. MR estimates are not biased by confounding, reverse causation and other biases in the same way as conventional observational estimates. In this study, we used MR with new data on genetic variants associated with vitamin D to estimate the effect of vitamin D on BMI. MethodsWe selected single nucleotide polymorphisms (SNPs) which were associated with vitamin D in a recent large genome-wide association study (GWAS) at genome-wide significance as instruments for vitamin D. We used inverse variance weighted models and further assessed individual SNPs that showed evidence of an effect, and biologically informed SNPs located in genetic regions previously associated with vitamin D, for associations with other traits at genome-wide significance, using Wald ratio estimation. ResultOur main results showed no evidence of an effect of vitamin D on BMI (estimated standard deviation change in BMI per standard deviation change in vitamin D: -0.003, 95% confidence interval [-0.06, 0.06]). This was also supported by pleiotropy robust sensitivity analyses. Individual SNPs that showed evidence of an effect of vitamin D on either lower or higher BMI were strongly associated with numerous other traits suggesting high levels of horizontal pleiotropy. Biologically informed SNPs showed no evidence of a causal effect of vitamin D on BMI and showed substantially less evidence of pleiotropic effects. ConclusionThe observed association between vitamin D and BMI is unlikely to be due to a causal effect of vitamin D on BMI. We also show how additional evidence can be incorporated into an MR study to interrogate individual SNPs for potential pleiotropy and improve interpretation of results.
Autori: Eleanor Sanderson, M. Chadha, J. Bell
Ultimo aggiornamento: 2023-08-04 00:00:00
Lingua: English
URL di origine: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2023.08.01.23293487
Fonte PDF: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2023.08.01.23293487.full.pdf
Licenza: https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
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