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Nuove scoperte sull'organizzazione della corteccia visiva

La ricerca svela come la corteccia visiva sviluppa schemi di attività organizzati.

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Indice

La corteccia visiva è una parte fondamentale del cervello che si occupa di elaborare le informazioni visive. Negli primati e in alcuni carnivori, quest'area è organizzata in un modo particolare noto come organizzazione modulare. Questo significa che gruppi di Neuroni lavorano insieme in colonne, rispondendo in modo simile a stimoli visivi. Queste colonne sono disposte in un modo tale che la risposta agli input visivi appare coordinata sia a livello locale (tra neuroni vicini) che globale (in aree più ampie).

Struttura della Corteccia Visiva

L'organizzazione modulare è evidente quando guardiamo come i neuroni rispondono a diverse caratteristiche visive, come l'orientamento, la preferenza per gli occhi, la percezione della profondità, le differenze di luce/buio e la direzione del movimento. Questa struttura si nota anche durante l'attività spontanea, che è l'attività naturale che i neuroni mostrano senza stimoli esterni.

Incredibilmente, questa attività organizzata è presente anche negli animali giovani prima che aprano gli occhi e inizino a ricevere informazioni visive. I modelli di attività precoci sembrano preparare il terreno per come questi neuroni rappresenteranno eventualmente le caratteristiche visive. Questo suggerisce che durante lo sviluppo, i neuroni comunicano e coordinano le loro attività, anche quando le connessioni che li collegano su distanze più lunghe non sono ancora completamente formate.

Meccanismi Dietro i Modelli di Attività

I ricercatori stanno cercando di capire come si sviluppa questa organizzazione modulare. Gli studi indicano che tipi specifici di interazioni tra i neuroni, in particolare l'eccitazione locale (dove un neurone incoraggia i neuroni vicini a scaricarsi) e l'inibizione a lungo raggio (dove un neurone impedisce ai neuroni distanti di scaricarsi), possono portare all'emergere di questi modelli di attività organizzata.

Modelli matematici, ispirati a teorie precedenti, mostrano che questi modelli di attività possono sorgere naturalmente dalle interazioni all'interno della rete di neuroni. Questo significa che anche senza input strutturati o indicazioni da altre aree del cervello, i neuroni possono creare modelli organizzati grazie alla natura delle loro connessioni e interazioni.

Approccio Sperimentale

Per investigare come emergono queste attività organizzate, un team di ricercatori ha effettuato esperimenti su giovani furetti. Hanno combinato tecniche di imaging avanzate per osservare l'attività neuronale con stimolazione ottogenetica, che comporta l'uso della luce per controllare neuroni modificati geneticamente per rispondere ad essa.

Il team ha testato se i modelli di attività osservati nella corteccia in sviluppo nascono dalle interazioni all'interno della corteccia stessa. Hanno utilizzato stimolazione uniforme (dove tutti i neuroni vengono attivati in modo uguale) e stimolazione strutturata (dove determinati modelli vengono proiettati sulla corteccia) per vedere come questi metodi influenzassero l'attività neuronale.

Risultati Chiave dalla Stimolazione Uniforme

Quando i ricercatori hanno applicato la stimolazione ottogenetica uniforme, hanno trovato che l'attività evocava una risposta robusta tra i neuroni. Sorprendentemente, invece di una risposta uniforme, l'attività neuronale ha formato modelli organizzati e modulari che variavano tra diversi esperimenti. Questo indica che la corteccia è capace di trasformare un input semplice in un output complesso e organizzato.

I modelli di attività prodotti in questo modo avevano uno spazio specifico che è coerente con le attività spontanee naturali osservate negli stessi animali. Questo suggerisce che i meccanismi sottostanti per creare attività strutturata sono già presenti nella corteccia in via di sviluppo, anche prima che vengano introdotti stimoli visivi esterni.

Risultati Chiave dalla Stimolazione Strutturata

Successivamente, i ricercatori hanno esaminato come la stimolazione ottogenetica strutturata influenzasse i modelli di attività. Hanno trovato che quando utilizzavano stimoli a modello per abbinarsi alla lunghezza d'onda naturale dell'attività nella corteccia, le risposte erano più coerenti e riflettevano la struttura della stimolazione.

In altre parole, quando la stimolazione ottogenetica corrispondeva da vicino alla disposizione naturale dei neuroni, la corteccia poteva produrre modelli di attività che si allineavano più da vicino al modello di stimolazione. Questo indica che la corteccia in via di sviluppo può sia auto-organizzarsi in base alle sue proprietà intrinseche sia rispondere in modo flessibile a input specifici.

Il Ruolo del Rumore e della Variabilità

In entrambi i tipi di stimolazione, il rumore - fluttuazioni imprevedibili nell'attività - ha avuto un ruolo. Quando presentavano lo stesso input uniforme più volte, le risposte variavano. Questa variabilità è probabilmente dovuta all'amplificazione di piccoli cambiamenti casuali, evidenziando la complessità delle interazioni all'interno della rete corticale.

L'idea è che i modelli più coerenti visti con input strutturati suggeriscono che questi input guidano i neuroni verso specifici tipi di risposte, mentre lo sfondo rumoroso consente l'emergere di modelli diversi.

Evidenza delle Interazioni Intracorticali

I ricercatori hanno anche esplorato se i modelli di attività dipendessero da input provenienti da altre aree del cervello o se emergessero esclusivamente da interazioni all'interno della corteccia visiva stessa. Silenziando il percorso di input primario, hanno confermato che la struttura modulare persisteva, sottolineando che le interazioni locali nella corteccia erano sufficienti per generare questi modelli organizzati.

Ulteriori test hanno coinvolto il blocco dell'attività eccitatoria, che ha portato a una perdita di organizzazione modulare. Questo risultato ha confermato il ruolo essenziale delle connessioni intracorticali nel plasmare i modelli di attività osservati.

Confronto tra Attività Spontanea e Attività Evocata da Optogenetica

I ricercatori hanno confrontato i modelli di attività evocati dalla stimolazione ottogenetica con quelli visti nell'attività spontanea. Hanno trovato somiglianze significative, indicando che entrambi i tipi di attività potrebbero essere governati da meccanismi simili. Le prove emergenti suggeriscono fortemente che l'auto-organizzazione basata su interazioni locali sia un modo comune per la corteccia in via di sviluppo di raggiungere un'attività neuronale organizzata.

Implicazioni per la Ricerca Futura

Questi risultati implicano che i meccanismi che governano l'organizzazione modulare nella corteccia visiva durante la prima fase di sviluppo potrebbero estendersi ad altre aree del cervello. La capacità delle reti di auto-organizzarsi in base a interazioni locali senza bisogno di input esterni organizzati offre un modo flessibile e robusto di creare attività strutturata.

I ricercatori sperano che capire meglio questi processi possa far luce su come si sviluppano le mappe sensoriali e le regioni funzionali nel cervello. Questa conoscenza potrebbe avere implicazioni per comprendere varie funzioni cerebrali e disturbi legati allo sviluppo neuronale.

Conclusione

In sintesi, la corteccia visiva negli animali in via di sviluppo dimostra capacità straordinarie di auto-organizzazione e formazione di attività modulare. I modelli di attività neuronale precoci mostrano una forte capacità di coordinazione senza una guida esterna strutturata, suggerendo che questi processi sono fondamentali per come il cervello sviluppa la sua architettura funzionale. Studi futuri possono esplorare ulteriormente questi meccanismi, rivelando potenzialmente principi universali di organizzazione corticale attraverso diverse specie e regioni cerebrali.

Fonte originale

Titolo: Self-organization of modular activity in immature cortical networks

Estratto: During development, cortical activity is organized into distributed modular patterns that are a precursor of the mature columnar functional architecture. Theoretically, such structured neural activity can emerge dynamically from local synaptic interactions through a recurrent network with effective local excitation with lateral inhibition (LE/LI) connectivity. Utilizing simultaneous widefield calcium imaging and optogenetics in juvenile ferret cortex prior to eye opening, we directly test several critical predictions of an LE/LI mechanism. We show that cortical networks transform uniform stimulations into diverse modular patterns exhibiting a characteristic spatial wavelength. Moreover, patterned optogenetic stimulation matching this wavelength selectively biases evoked activity patterns, while stimulation with varying wavelengths transforms activity towards this characteristic wavelength, revealing a dynamic compromise between input drive and the networks intrinsic tendency to organize activity. Furthermore, the structure of early spontaneous cortical activity - which is reflected in the developing representations of visual orientation - strongly overlaps that of uniform opto-evoked activity, suggesting a common underlying mechanism as a basis for the formation of orderly columnar maps underlying sensory representations in the brain.

Autori: Gordon B. Smith, H. N. Mulholland, M. Kaschube

Ultimo aggiornamento: 2024-03-04 00:00:00

Lingua: English

URL di origine: https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2024.03.02.583133

Fonte PDF: https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2024.03.02.583133.full.pdf

Licenza: https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Modifiche: Questa sintesi è stata creata con l'assistenza di AI e potrebbe presentare delle imprecisioni. Per informazioni accurate, consultare i documenti originali collegati qui.

Si ringrazia biorxiv per l'utilizzo della sua interoperabilità ad accesso aperto.

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